
Già fra il 1976 e il 1982 Impregilo (allora Impresit-Cogefar) partecipò alla costruzione della diga Chixoy in Guatemala, un progetto il cui costo finale di 800 milioni di dollari si rivelò del 300% superiore alle previsioni e determinò un’espansione del debito pubblico del paese centroamericano nell’ordine del 45% del suo intero ammontare. I finanziamenti provennero dalle casse della Banca Mondiale e della Banca Interamericana di Sviluppo. Gli abitanti dei territori interessati dal progetto furono costretti al trasferimento coatto e di fronte alla loro riluttanza ad abbandonare le proprie terre e le proprie case si scatenò una campagna di terrore durante la quale vennero trucidate oltre 400 persone. La produzione elettrica della diga non è mai andata oltre il 70% delle sue potenzialità ed a causa dell’accumulo di sedimenti nell’invaso gli esperti calcolano che entro una ventina d’anni l’impianto non sarà più in grado di funzionare...
.... In Italia Impregilo è una presenza di spicco fra le imprese che stanno procedendo alla costruzione delle tratte TAV, nonché imputata in quanto parte del consorzio Cavet, nel processo che si sta tenendo a Firenze a causa dei gravissimi danni ambientali provocati dai cantieri dell’alta velocità nel Mugello. Impregilo ha anche partecipato alla costruzione delle metropolitane di Milano, Roma, Napoli e Genova, alle infrastrutture aeroportuali di Fiumicino e Capodichino, è artefice di larga parte della rete autostradale nazionale, ha ottenuto l’appalto per la realizzazione di un villaggio residenziale per gli addetti della base aeronavale di Sigonella in Sicilia, risulta General Contractor nel progetto del ponte sullo Stretto di Messina ed ha provveduto a costruire perfino l’Istituto Europeo di Oncologia creato nel 1994 dall’ex ministro della Salute Umberto Veronesi che recentemente si è distinto per la propria “crociata” in favore degli inceneritori.
Ma soprattutto Impregilo risulta fra i principali responsabili della drammatica emergenza rifiuti nel napoletano avendo gestito per oltre 5 anni attraverso le controllate Fibe s.p.a e Fibe Campania s.p.a. l’intero ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Campania nonché la controversa realizzazione dell’inceneritore di Acerra. I risultati della gestione furono talmente disastrosi da indurre Impregilo a defilarsi dal “brutto affare” della spazzatura, aiutata in questa operazione dal decreto legge n. 245 del 30 novembre 2005, varato dal Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi per fronteggiare l’emergenza dei rifiuti in Campania, il quale prevedeva la risoluzione “ope legis” dei contratti con le società appaltatrici. Proprio in relazione allo scandalo dei rifiuti napoletani Impregilo, insieme al Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino è stata rinviata a giudizio e sarà parte in causa nel processo che inizierà il 14 maggio davanti al tribunale di Napoli.
Nonostante l’affare dei rifiuti napoletani, nel merito del quale la magistratura aveva provveduto a congelare i conti correnti italiani del gruppo per un valore di 750 milioni di euro e la temporanea sospensione della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina per decisione del governo Prodi avessero indotto una grave crisi di liquidità finanziaria, Impregilo grazie all’aiuto dei grandi gruppi bancari sembra essere tornata in salute, pronta per sempre nuove sfide in giro per il mondo. ilcorrosivo.it link
Processate l'Impregilo per disastro ambientale
Leggete cos’ha causato la Impregilo nel mondo finora.
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Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!