Nella riunione del Comitato tenutasi il 6 giugno dopo la manifestazione di protesta per la negazione d'ufficio alla concessione della sala pubblica di Trissino, prima di procedere con azioni formali nei confronti dell' amministrazione è stato deciso di attendere l'esito della seconda richiesta di utilizzo della sala, presentata già la mattina successiva con il corredo delle decine di firme raccolte durante la manifestazione.
E' stata espressa unanimamente dura critica per il comportamento antidemocratico dell' amministrazione di Trissino che ha palesemente impedito il godimento di diritti civili fondamentali sanciti nientemeno che dalla Costituzione, quindi si conferma l'intenzione di procedere con la presentazione di un esposto dei fatti al Procuratore, al Giudice di Pace e al Prefetto.
Si confermano l' assemblea a Trissino per giovedì 19 giugno anche se il luogo è ancora in via di definizione e la bici-fest-azione del 22 giugno intesa come pedalata per tutti di valorizzazione e protesta nei luoghi che la costruenda Autostrada Pedemontana andrebbe a pregiudicare
irrimediabilmente.
E' stata espressa unanimamente dura critica per il comportamento antidemocratico dell' amministrazione di Trissino che ha palesemente impedito il godimento di diritti civili fondamentali sanciti nientemeno che dalla Costituzione, quindi si conferma l'intenzione di procedere con la presentazione di un esposto dei fatti al Procuratore, al Giudice di Pace e al Prefetto.
Si confermano l' assemblea a Trissino per giovedì 19 giugno anche se il luogo è ancora in via di definizione e la bici-fest-azione del 22 giugno intesa come pedalata per tutti di valorizzazione e protesta nei luoghi che la costruenda Autostrada Pedemontana andrebbe a pregiudicare
irrimediabilmente.
Il bivio
RispondiEliminaPierluigi Sullo
[11 Giugno 2008]
da www.carta.org
Fa un po’ rabbia, avere ragione in anticipo e inutilmente. Parlo non solo di Carta, ovviamente, ma della quantità di ambientalisti, teorici della decrescita, ecc., che da anni avvertono: badate, il petrolio è arrivato al picco e la produzione comincerà presto a scendere. Venti o trent’anni, prevedeva un documento riservato dell’Eni pubblicato da Carta a suo tempo. Siamo stati trattati da catastrofisti, e tutto è proseguito come prima: per fare un esempio, si continuano non solo a produrre automobili come niente fosse, ma si misura la salute delle industrie dall’entità dell’aumento di vendite rispetto all’anno prima. Eppure, siamo stati fin troppo prudenti: per esempio, abbiamo sottovalutato la capacità della finanza globale di speculare sulle disgrazie. La produzione di petrolio è ancora costante, più o meno, ma già si gioca d’azzardo con la prossima, terrificante scarsità. Così, il petrolio costa uno sproposito, rispetto ai parametri su cui è costruita tutta l’impalcatura produttiva e dei consumi [l’andamento delle vendite di auto, appunto, ma anche l’agricoltura intossicata dai combustibili fossili,, ecc.]. In Spagna sono in sciopero camionisti, agricoltori e pescatori, e la benzina già scarseggia, perché chi ha paura ne fa incetta. Magari è solo un incidente di percorso, non è la catastrofe. Ma la direzione in cui ci muoviamo è quella: dovremo fare a meno del petrolio. E qui il bivio si fa drammatico: o la guerra per le risorse scarse e il nucleare; oppure la condivisione e la cura dei beni comuni, e fonti energetiche diffuse e democratiche. Cosa scegliete, voi?