DAL MOLIN. Dopo il nuovo pronunciamento del Consiglio di Stato il cronoprogramma dei lavori potrebbe essere modificato. Ma la bonifica dovrebbe ripartire
Cantiere a rischio rinvio Deciderà il commissario
Gian Marco Mancassola L’accensione delle ruspe rischia di slittare. La Ederle 2 resta sospesa fra le autorizzazioni già ottenute dalla Difesa, la consultazione e le decisioni dei tribunali amministrativi. La fine di agosto doveva essere il momento giusto per riprendere la bonifica bellica interrotta a giugno su ordine del Tar Veneto; settembre poteva essere il mese buono per avviare le prime demolizioni minori nel settore ovest, per entrare nel vivo del cantiere in autunno. Rispetto al cronoprogramma stilato dopo la prima ordinanza con cui il Consiglio di Stato a fine luglio aveva annullato il blocco dei lavori imposto dal Tar a giugno, negli ultimi giorni sono emerse alcune novità. Innanzitutto il Consiglio di Stato si è pronunciato un’altra volta. Lo ha fatto bocciando il ricorso del Codacons e dei comitati del No. Tuttavia, i giudici romani questa volta hanno lasciato aperte un paio di porte: una conduce verso la sentenza nel merito attesa al Tar Veneto l’8 ottobre: l’altra è una generica possibilità di convocare consultazioni popolari ammessa dalla normativa europea. Prima e dopo la nuova ordinanza del Consiglio di Stato hanno avuto luogo riunioni, incontri operativi, colloqui fra militari americani e militari italiani. L’ultimo vertice è andato in scena giovedì. Sul tavolo due ipotesi principali: confermare il vecchio programma, dimostrando che con le carte in regola e le autorizzazioni in mano la macchina del cantiere può mettersi in moto in qualsiasi momento; oppure attendere il pronunciamento del Tar. Gli statunitensi, in particolare, avrebbero manifestato la volontà di mostrare il massimo rispetto per l’autorità giudiziaria italiana, evitando forzature per anticipare di poche settimane il via ai caterpillar. Il punto è che l’udienza è stata fissata l’8 ottobre. Tre giorni prima, invece, andrà in scena la raccolta dei questionari della consultazione voluta dal sindaco Achille Variati. Aspettare il Tar significa automaticamente aspettare anche il referendum. Ragioni di opportunità, in ogni caso, sconsigliavano di mettersi all’opera nella prima quindicina di settembre, quando a Rettorgole si dipanerà il secondo festival dei No Dal Molin: i profili di ordine pubblico sono sempre tenuti in massima considerazione dalle autorità italiane e americane. L’esito del vertice suona più o meno così: l’ultima parola spetta al padrone di casa, cioè al governo, cioè al commissario governativo Paolo Costa. Sarà il commissario a decidere se confermare il programma dei lavori o se modificarlo. Una ipotesi accreditata è che a settembre possano riprendere le operazioni di bonifica bellica, che comunque erano giunte al 75 per cento della superficie dell’aeroporto. Le benne, invece, potrebbero mettersi in movimento dopo l’8 ottobre: la parola al commissario, ed eventualmente alla giuria. A palazzo Trissino attendono notizie: lo slittamento potrebbe restituire peso alla consultazione popolare.
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