Il comitato locale chiede l'immediata chiusura dell' acciaieria inquinante
Questa mattina, con partenza alle ore 7 e per circa quattro ore, una quarantina di automobili hanno partecipato a un'iniziativa di "soft walking" per l'immediata chiusura della Acciaieria di Borgo Valsugana. Il "convoglio lumaca", con alla testa due trattori a fare l'andatura, ha paralizzato il traffico sulla SS47 della Valsugana fino a Levico per poi tornare, sempre con andatura molto lenta, a Borgo Valsugana.
La protesta organizzata dal comitato locale dei "Baribieri Sleali", impegnato da molti anni nella denuncia delle emissioni nocive prodotte dalla fonderia, e alla quale hanno aderito anche gli attivisti trentini da poco rientrati da Copenhagen, ha voluto ribadire come in questo momento sia necessaria una mobilitazione costante per imporre, definitivamente, la chiusura della acciaieria e la riconversione dei posti di lavoro dando garanzia per il reimpiego dei 117 lavoratori.
Nei giorni scorsi una assemblea cittadina di circa 400 persone, dopo l'intervento di alcuni medici per l'ambiente che hanno letto i dati allarmanti sulle emissioni nocive prodotte dalla fonderia, ha deciso che era giunto il momento di scoperchiare questa bomba ecologica che non solo avvelena l'aria, ma probabilmente negli anni ha inquinato i terreni limitrofi e le falde acquifere.
Durante la serata è stato ricordato che la magistratura ha deciso il sequestro della fonderia proprio perché i dati delle analisi sono stati manomessi dai laboratori incaricati dalla proprietà per poter risultare entro i limiti, e colpevolmente ignorati o avallati dai funzionari dell'APPA (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente) che, in quattro, per questo motivo sono stati indagati con ipotesi di reato che riguardano il concorso con i responsabili dello stabilimento siderurgico per getto pericoloso di emissioni di gas, vapori o fumi nocivi e l'abuso d'ufficio.
Il comitato alla fine del corteo, quando a protesta praticamente finita sono comparse tre bandiere delle lega nord pronte a farsi fotografare per cavalcare l'iniziativa, ha precisato che non vuole essere strumentalizzato da nessun partito politico e che, come espresso durante l'assemblea cittadina, non sono accettate le loro bandiere.
Nel pomeriggio si è saputo che il tribunale del riesame ha respinto il ricorso presentato dalla Procura di Trento in merito alla chiusura definitiva dell'impianto. Le acciaierie di Borgo restano sotto sequestro ma continueranno a lavorare. Sarà il custode giudiziario, si legge nella motivazione del provvedimento, a garantire il corretto funzionamento della struttura.
Il comitato non è certamente soddisfatto del provvedimento e ha fatto sapere che dopo la pausa natalizia riprenderanno le iniziative di protesta e di coinvolgimento della popolazione non solo della Valsugana ma di tutto il Trentino.
Questa mattina, con partenza alle ore 7 e per circa quattro ore, una quarantina di automobili hanno partecipato a un'iniziativa di "soft walking" per l'immediata chiusura della Acciaieria di Borgo Valsugana. Il "convoglio lumaca", con alla testa due trattori a fare l'andatura, ha paralizzato il traffico sulla SS47 della Valsugana fino a Levico per poi tornare, sempre con andatura molto lenta, a Borgo Valsugana.
La protesta organizzata dal comitato locale dei "Baribieri Sleali", impegnato da molti anni nella denuncia delle emissioni nocive prodotte dalla fonderia, e alla quale hanno aderito anche gli attivisti trentini da poco rientrati da Copenhagen, ha voluto ribadire come in questo momento sia necessaria una mobilitazione costante per imporre, definitivamente, la chiusura della acciaieria e la riconversione dei posti di lavoro dando garanzia per il reimpiego dei 117 lavoratori.
Nei giorni scorsi una assemblea cittadina di circa 400 persone, dopo l'intervento di alcuni medici per l'ambiente che hanno letto i dati allarmanti sulle emissioni nocive prodotte dalla fonderia, ha deciso che era giunto il momento di scoperchiare questa bomba ecologica che non solo avvelena l'aria, ma probabilmente negli anni ha inquinato i terreni limitrofi e le falde acquifere.
Durante la serata è stato ricordato che la magistratura ha deciso il sequestro della fonderia proprio perché i dati delle analisi sono stati manomessi dai laboratori incaricati dalla proprietà per poter risultare entro i limiti, e colpevolmente ignorati o avallati dai funzionari dell'APPA (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente) che, in quattro, per questo motivo sono stati indagati con ipotesi di reato che riguardano il concorso con i responsabili dello stabilimento siderurgico per getto pericoloso di emissioni di gas, vapori o fumi nocivi e l'abuso d'ufficio.
Il comitato alla fine del corteo, quando a protesta praticamente finita sono comparse tre bandiere delle lega nord pronte a farsi fotografare per cavalcare l'iniziativa, ha precisato che non vuole essere strumentalizzato da nessun partito politico e che, come espresso durante l'assemblea cittadina, non sono accettate le loro bandiere.
Nel pomeriggio si è saputo che il tribunale del riesame ha respinto il ricorso presentato dalla Procura di Trento in merito alla chiusura definitiva dell'impianto. Le acciaierie di Borgo restano sotto sequestro ma continueranno a lavorare. Sarà il custode giudiziario, si legge nella motivazione del provvedimento, a garantire il corretto funzionamento della struttura.
Il comitato non è certamente soddisfatto del provvedimento e ha fatto sapere che dopo la pausa natalizia riprenderanno le iniziative di protesta e di coinvolgimento della popolazione non solo della Valsugana ma di tutto il Trentino.
23 DIC 2009
Nessun commento:
Posta un commento
Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!