Se gli enti locali non si costituiscono, tocca ai cittadini. E le regioni padane si coalizzano, ma dal 2012
VENEZIA — L’ex assessore regionale all’Ambiente Giancarlo Conta, accusato dal pm Giorgio Gava di omissione d’atti d’ufficio per non aver contrastato l’inquinamento da smog tra il 2005 e il 2010, tornerà di fronte al gup di Venezia Roberta Marchiori il prossimo 12 aprile. E contro di lui ci potrebbero essere non solo le associazioni ambientaliste (Wwf e Legambiente), ma anche cinque Province e altrettanti Comuni capoluogo veneti. Nell’udienza di venerdì il giudice ha infatti dato il via libera alla costituzione di parte civile degli ambientalisti (bocciata invece l’Aduc) e all’azione popolare dei «cittadini»—legati ai Radicali — Claudio Bedin per Padova, Franco Fois per Venezia, Elia Lunardelli e Raffaele Ferraro per Treviso, Fiorenzo Donadello per Vicenza e Laura Vantini per Verona. Allo stesso tempo, però, proprio perché la legge prevede l’azione popolare solo in caso di inerzia dell’ente pubblico, il gup Marchiori ha dato incarico alla cancelleria di integrare nel contraddittorio Province e Comuni capoluogo: nella prossima udienza dovranno dire se vogliono o meno costituirsi parte civile e solo allora decadrebbe l’azione popolare.
In questo modo dovranno però scoprire le carte. «Dovranno decidere se stare dalla parte dei cittadini oppure dalla loro - attacca Maria Grazia Lucchiari, del Comitato nazionale Radicali Italiani - nella gran parte dei comuni veneti non si attuano i piani di rientro dall'inquinamento da polveri sottili ». «Sono relativamente tranquillo - replica Conta -. In cinque anni da assessore ho fatto tutto quello che potevo fare, ogni anno ho attuato un piano, chiedendo a Province e Comuni di attuare azioni comuni, ma poi ognuno ha fatto ciò che ha voluto. Si poteva fare di più? Sì, con più risorse. Non a caso né il mio predecessore, né il mio successore hanno fatto di meglio». Sembra dargli ragione l’incontro che si è tenuto giovedì nella sede della Regione Lombardia. Gli assessori all’Ambiente della pianura padana, compreso il veneto Maurizio Conte, si sono detti tutti d’accordo sull’idea di unirsi per abbattere le Pm10 con limitazioni, incentivi e campagne di sensibilizzazione. Non prima, però, del 2012, costringendo i cittadini ad un’altra annata di «camera a gas». «Sono necessari provvedimenti utili, condivisi e socialmente accettati - spiega Conte - la richiesta che ci viene dal territorio è quella di un coordinamento delle misure ». Conte ha anche insistito sulla necessità di fare pressione sul governo per controlli e sanzioni sui tir inquinanti alla frontiera. «Non possiamo - ha concluso - chiedere sacrifici ai nostri cittadini, che poi vengono vanificati dai mezzi stranieri».
Il Corriere del Veneto.it
26 febbraio 2011
In questo modo dovranno però scoprire le carte. «Dovranno decidere se stare dalla parte dei cittadini oppure dalla loro - attacca Maria Grazia Lucchiari, del Comitato nazionale Radicali Italiani - nella gran parte dei comuni veneti non si attuano i piani di rientro dall'inquinamento da polveri sottili ». «Sono relativamente tranquillo - replica Conta -. In cinque anni da assessore ho fatto tutto quello che potevo fare, ogni anno ho attuato un piano, chiedendo a Province e Comuni di attuare azioni comuni, ma poi ognuno ha fatto ciò che ha voluto. Si poteva fare di più? Sì, con più risorse. Non a caso né il mio predecessore, né il mio successore hanno fatto di meglio». Sembra dargli ragione l’incontro che si è tenuto giovedì nella sede della Regione Lombardia. Gli assessori all’Ambiente della pianura padana, compreso il veneto Maurizio Conte, si sono detti tutti d’accordo sull’idea di unirsi per abbattere le Pm10 con limitazioni, incentivi e campagne di sensibilizzazione. Non prima, però, del 2012, costringendo i cittadini ad un’altra annata di «camera a gas». «Sono necessari provvedimenti utili, condivisi e socialmente accettati - spiega Conte - la richiesta che ci viene dal territorio è quella di un coordinamento delle misure ». Conte ha anche insistito sulla necessità di fare pressione sul governo per controlli e sanzioni sui tir inquinanti alla frontiera. «Non possiamo - ha concluso - chiedere sacrifici ai nostri cittadini, che poi vengono vanificati dai mezzi stranieri».
Il Corriere del Veneto.it
26 febbraio 2011
In effetti non ho mai capito perché gli amministratori delle città che sforano i limiti dell'inquinamento non debbano essere ritenuti colpevoli
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