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13 marzo 2011

Sobrietà obbligatoria

Sono stato bambino in una zona "depressa".
Zona di confine, niente industrie, tanti frontalieri, contrabbandieri e emigranti.
C'era poco per pochi e noi avevamo niente.
Chi aveva qualcosa, la TV o la bicicletta o una bella slitta per slittare sui prati d'inverno o un pallone, di cuoio eh!, mica quello che vinci con le caramelle, pareva extraterrestre.
I miei nonni avevano vissuto la guerra: non sprecavano niente.
La vita di ogni giorno era riciclo.
Si raccoglieva da terra anche lo sterco di cavallo per non sprecare ottimo concime per l'orto. Non si usavano shoppers di plastica. Ci si recava in "bottega" con le sporte di tela, di sacco, o rigide di vimini, o di paglia.
Quando ero bambino un gelato era un evento. Avevo i soldi per comperarne uno alla domenica, dopo il cinema e, ovviamente, solo d'estate.

Non ho bisogno d'altro per vivere.
Non necessito di un SUV, non di soldi, non di potere.
Datemi un gelato in una domenica d'estate, un pallone di cuoio, non quello delle caramelle, un fiume pulito dove fare un bagno, il formaggio appena fatto e il latte appena munto.
Datemi i miei amici e il mio cane e un computer connesso alla rete.

Quando ero bambino, la sobrietà era obbligatoria.

G3RT

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