Il territorio in cui l’individuo si trova a vivere (per scelta, per sfortuna o per caso, non è solo una superficie sulla quale appoggiare manufatti e installazioni, ma un ecosistema complesso che nel corso del tempo ha indubbiamente subito trasformazioni naturali e artificiali. Questi cambiamenti, però, fino a poco tempo fa, non ne avevano distrutto la “naturalità.
Esiste una relazione naturale stretta tra territorio (ecosistema), e individuo.
Quando ci penso, è naturale, per me, immaginare l’individuo inserito nel suo contesto territoriale sia (esso contesto) più grande come il mondo intero o più piccolo come un villaggio in un posto qualsiasi del pianeta.
Questo è il legame che immaginerei in modo spontaneo: l’uomo che vive dentro l’ambiente e lo influenza e ne è consapevole, antropizza il territorio, ma in modo naturalmente adeguato.
Purtroppo, il pensiero corto, non riesce ad immaginare un legame nel quale la relazione sia di appartenenza, mutuo sostegno e interazione positiva.
Il pensiero corto immagina solo relazioni di dominanza-sudditanza.
Il territorio "al servizio di".
Quando va bene il territorio è al servizio del cittadino, ma molto più spesso, dice il pensiero corto, il territorio è al servizio di chi pensa corto.
Il pensiero corto, immagina individuo e territorio come risorse da consumare.
Milioni di ettari di foresta e terreno agricolo, per non parlare delle coste, dei mari e degli oceani vengono consumati per sempre in nome del cemento, dell'industria, dei mangiatori di carne industriale, dei produttori di combustibile "ecologico", dei mangiatori di mammiferi marini, per permettere a tutti di sognare (sognare, si badi bene) di possedere sempre di più e diventare come chi induce questi sogni.
Milioni di vite vengono consumate in continua instabilità, in perpetua migrazione, in ininterrotta marginalità, in precaria condizione di lavoratore-consumatore alla ricerca di inesistente spazio e finto benessere.
Sono le risorse umane di un sistema inumano dove il singolo non conta un cazzo e i padri caricano i propri debiti sulle spalle dei figli e i figli pagano per avidi pigri padri pavidi.
Ribelliamoci:
diciamo le nostre parole chiave che sono sobrietà, azione, coraggio.
Andiamo contro e costruiamo il nostro modello.
fonte dell'articolo G3RTL4AND
Esiste una relazione naturale stretta tra territorio (ecosistema), e individuo.
Quando ci penso, è naturale, per me, immaginare l’individuo inserito nel suo contesto territoriale sia (esso contesto) più grande come il mondo intero o più piccolo come un villaggio in un posto qualsiasi del pianeta.
Questo è il legame che immaginerei in modo spontaneo: l’uomo che vive dentro l’ambiente e lo influenza e ne è consapevole, antropizza il territorio, ma in modo naturalmente adeguato.
Purtroppo, il pensiero corto, non riesce ad immaginare un legame nel quale la relazione sia di appartenenza, mutuo sostegno e interazione positiva.
Il pensiero corto immagina solo relazioni di dominanza-sudditanza.
Il territorio "al servizio di".
Quando va bene il territorio è al servizio del cittadino, ma molto più spesso, dice il pensiero corto, il territorio è al servizio di chi pensa corto.
Il pensiero corto, immagina individuo e territorio come risorse da consumare.
Milioni di ettari di foresta e terreno agricolo, per non parlare delle coste, dei mari e degli oceani vengono consumati per sempre in nome del cemento, dell'industria, dei mangiatori di carne industriale, dei produttori di combustibile "ecologico", dei mangiatori di mammiferi marini, per permettere a tutti di sognare (sognare, si badi bene) di possedere sempre di più e diventare come chi induce questi sogni.
Milioni di vite vengono consumate in continua instabilità, in perpetua migrazione, in ininterrotta marginalità, in precaria condizione di lavoratore-consumatore alla ricerca di inesistente spazio e finto benessere.
Sono le risorse umane di un sistema inumano dove il singolo non conta un cazzo e i padri caricano i propri debiti sulle spalle dei figli e i figli pagano per avidi pigri padri pavidi.
Consumo, pigrizia, pavidità sono le parole chiave con cui decifrare la società del pensiero corto.
Ribelliamoci:
diciamo le nostre parole chiave che sono sobrietà, azione, coraggio.
Andiamo contro e costruiamo il nostro modello.
fonte dell'articolo G3RTL4AND
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