"Ponti e caselli a rischio crollo Fermate chi li ha costruiti"
L' avvio delle indagini dopo il cedimento della passerella di Cinisello **
La denuncia all’Antimafia di un ex addetto alla sicurezza

Buste di soldi, regali costosi, Rolex, Mercedes, ville. Una familiarità sospetta che introduce i veri proprietari della società (protetti da prestanome) nelle stanze giuste di Roma, gli uffici che servono a ottenere appalti. «La ditta non partecipava alle gare — sostiene —, non aveva i requisiti ». Il bando lo scriveva un ingegnere compiacente, vinceva una ditta pulita, veniva «dissuasa ». «Gli dicevano: "Se sbagli, va tutto in anomalia e non lavorerai più con appalti pubblici". La ditta pulita allora chiedeva: "Ditemi a chi devo far fare i lavori"». Risposta: «Le presento un amico». G. C. ha raccolto e conservato: matrici di assegni, certificazioni ritoccate, fatture gonfiate fino a tre volte. Nella sua versione c’è anche l’ombra della camorra. Ma il punto non è questo. Il motivo che l’ha spinto a parlare è che «i lavori sono stati fatti male». «Usano saldatori non certificati — denuncia —, il filo è scadente, il ferro non è radiografato». La sera in pizzeria, raccoglie le confidenze degli operai di Cinisello. «O’ mastro m’ha fatto saldare il tondino di ferro nel triangolo dove passa il pennone. Il capo diceva: "Fate presto"». E allora le saldature sono «soffiate», vuote, i tiranti non agganciano dove dovrebbero, la forma della struttura è «a conca», sbagliata. L’operaio ha scattato delle foto, G. C. le copia con il cellulare. Un precedente c’è: a dicembre 2008 il casello di Cherasco, Cuneo, sotto il peso della neve è crollato. «Per miracolo non c’è scappato il morto: non volevo più lavorare per loro». Qualunque sia il motivo che l’ha spinto, G. C. si presenta alla Direzione investigativa antimafia e mette nero su bianco. La Dia di Milano lo ritiene attendibile e invia il verbale alla procura di Monza. Si apre un’inchiesta, il perito conferma le anomalie sulla saldatura incriminata. La passerella viene sequestrata, l’impresa che aveva dato il subappalto fa i lavori per la messa in sicurezza sotto gli occhi degli inquirenti. Dissequestro, il cantiere riapre. «Non crollerà, ma ci sono anomalie», sostiene il perito.
L’indagine non è chiusa (anche se ferma). Il testimone parla ancora, con l’assistenza dell’associazione Libera. Sostiene che «ci sono altri punti da verificare, altri cantieri dove hanno lavorato le stesse imprese». Vorrebbe essere ascoltato pure dal magistrato di Alba per il crollo di Cherasco. Manda una raccomandata alla Procura perché è «a conoscenza di altre anomalie strutturali in altre pensiline autostradali e cavalcavia — scrive — quali Valdarno, Ceprano, Ferentino, Capannori». Via email aggiunge: «Il casello di Santa Maria Capua Vetere, ponti tratto da San Giorgio a Cremano a Torre Annunziata, tutte le barriere fonoassorbenti della tangenziale di Napoli: i montanti non sono fissati bene, alcuni perni non ci sono proprio». Solo suggestioni di un ex carabiniere, omateriale sufficiente per un’inchiesta su un sistema di appalti che non solo sembra corrotto, ma soprattutto pericoloso?
fonte: Rassegna Stampa Camera.it

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Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!