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24 aprile 2013

Traffico in calo del 34%

24 Aprile 2013.
Radio 24: notiziario del mattino.

In Italia nel 2012 c'è stata una diminuzione del traffico stradale del 34%.

Cause principali:
Disoccupazione in crescita e conseguente diminuzione degli spostamenti per lavoro.
Prezzi dei carburanti che pesano sulle tasche degli (ex) automobilisti.

Riportiamo da un articolo del sito sicurauto.it

Dice l'articolista:
L'Aiscat (Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori) ha appena diffuso i dati, che rilevano come i veicoli leggeri marchino nel 2012 rispetto al 2011 una flessione (misurata in milioni di veicoli/km) del 7,03%, e quelli pesanti del 7,46%.
UN CROLLO IMPROVVISO
- Negli anni dal 2003 al 2007, il segno è sempre stato positivo (+2,2% in media), mentre nel 2008, 2009 e 2011 il decremento non ha mai superato 1,1 punti percentuali, e quindi nel 2012 il valore del traffico è ritornato sul livello del 2002. Per questo, crollano anche le vendite di carburante in autostrada, come fa notare il sindacato dei gestori Anisa. I dati delle vendite delle singole mensilità sono disponibili per ora fino ad agosto: a fronte di un calo del traffico mediamente pari al 7,05%, le perdite mediamente maturate all'ottavo mese del 2012 ammontavano al 23,56%; ma nel terzo quadrimestre il trend del traffico è peggiorato, con una media del 10,15 %, e con un'ulteriore flessione delle vendite stimata su tutto il 2012 tra il 25 e il  26%.
e prosegue:
Soprattutto i TIR scelgono sempre più spesso le strade normali, statali o provinciali, senza esclusione delle comunali, per risparmiare sul pedaggio e per fare pieni meno costosi (in autostrada il carburante è più caro). Per l'invasione degli autotrasportatori, gli amministratori locali, in particolare in Piemonte, lamentano un ritorno al traffico degli anni '80.
Continuare a costruire strade, oltre al danno ecologico e al consumo di suolo,  a fronte di una domanda in costante calo, produce debito pubblico (nel caso di SPV, mancati utili per SIS compensato da esborso pubblico per una cifra fino a 600 mln di euro). 

Dovemmo trarne le conseguenze.
O no?

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