Il Veneto torna in piazza contro le opere, grandi e piccole,
all’insegna di cemento e asfalto. Ma anche nel nome del «popolo
inquinato» (dal Pfas, il composto di perfluoroalchilici che da Trissino
ha invaso tre province, fino alle «città galleggianti» in laguna). E del
business nel ciclo dei rifiuti che dalle discariche, spesso abusive,
approda ai progetti di mega-inceneritori come quello appena bloccato a
Monselice.
L’appuntamento è domani alle ore 15.30 in piazza Matteotti a Vicenza,
per iniziativa di Attivisti e Comitati della campagna
#vicenzasisolleva, Csdt No Pedemontana, Comitato NoGrandiNavi, Comitato
Salviamo la Valdastico, Cittadin* contro il Tav, Rete Comitati Alto
Vicentino. Hanno già aderito in molti, a cominciare da OpzioneZero da
sempre in prima fila nelle battaglie in difesa del territorio fra la
Riviera del Brenta e Venezia.
In vista della manifestazione regionale, da mesi in città si
susseguono le iniziative che mettono a nudo il «sistema» che intreccia
banche, imprese edili, politica.
Clamorosa l’inaugurazione del nuovo tribunale in Borgo Berga, costato
30 milioni nell’ansa a rischio alluvione, già alle prese con
infiltrazioni e crepe. E sono trascorsi dieci anni dal via libera del
governo Prodi con il commissario Paolo Costa alla nuova mega-base Usa al
Dal Molin. «Una scelta che allora calpestò la volontà popolare con una
pesante imposizione alla città generò una presa di coscienza contro la
militarizzazione del territorio e le grandi opere» ricorda l’appello
degli organizzatori.
«Vicenza non è un’eccezione nel consumo del suolo e nella predazione
delle risorse» aggiungono, «Dalla Tav alla Pedemontana, dalla Valdastico
Sud e Nord alle Grandi Navi, dai progetti di incenerimento dei rifiuti
alle discariche, dalle cave all’inquinamento dell’acqua, il territorio a
Nord Est è sottoposto alla continua cementificazione e divorato da
piccole e grandi opere inutili e dannose, facili prede per le lobby».
Nessun commento:
Posta un commento
Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!