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17 febbraio 2010

Tavolo di confronto Montecchio 15/2

Lunedì 15/02/2010 ad Alte di Montecchio Maggiore, presso la SALA DELLA PROLOCO VIA P. CECCATO,88 ALLE ORE 20.00, si è tenuto il tavolo di confronto con le forze politiche e i candidati alle elezioni regionali.

L’incontro è stato impostato come dibattito conferenza con interventi moderati: il moderatore della serata è stato Emanuele Vezzaro Presidente della associazione No alla Centrale. Gli onori di casa e l'apertura dell'incontro li ha fatti Luciano Chilese, e vi sono stati due interventi strutturati di Renato Volpiana e dell’architetto Massimo Follesa (dei comitati che si oppongono alla Pedemontana in Valle dell’Agno, a Malo e a Montecchio Maggiore).

Questi interventi hanno messo in luce le difficoltà a reperire le informazioni sul tracciato che per quanto disponibile presenta rilevanti alterazioni rispetto alla delibera del Cipe che si possono riassumere nella totale assenza delle opere di mitigazione ambientale richieste e nella alterazione radicale dei punti di accesso con la creazioni di tre caselli con barriere e vaste aree al servizio dell’autostrada in completo spregio delle soluzioni snelle e ad alta automazione sempre indicate nella delibera CIPE del 2006.

Oltre a questa introduzione limitata dall’assenza di documentazione sul tracciato sono stati richiamati i punti essenziali per cui chiediamo la sospensione del progetto:

· la delicata situazione presente nel territorio provocata dall’elevata presenza di inquinanti industriali solo in parte studiati e rilevati (Totale assenza di studi sugli inceneritori Miteni e Fis);

· l’elevata incidenza dei tumori sulla popolazione che pone questo territorio ai vertici delle classifiche nazionali, la straordinaria delicatezza dei dati che si ricavano dagli studi sull’inquinamento disponibili per aria e acqua;

· infine il delicato tessuto sociale, urbano ed economico che si articola tra Montecchio, Arzignano e la Valle dell’Agno sul quale l’opera non garantisce affatto ricadute positive dal momento che non tiene conto in alcun modo delle reali richieste della popolazione;

· i sindaci si limitano a proporre semplici correzioni e compensazioni ad una progettazione gestita dal Commissario S. Vernizzi in modo esclusivo ed indipendente dalle amministrazioni locali e regionali.

· E’ stata la stortura della sua nomina apparentemente richiesta dalle Province di Treviso e Vicenza e Gestita direttamente tra i vertici regionali e nazionali degli organi di governo Galan e Berlusconi.

E’ stata poi aperta a tutti la discussione sui punti presentati. Erano presenti vari organi di stampa che hanno assistito alla serata e hanno registrato i vari interventi, oltre a quelli dei componenti dei coordinamenti dei comitati, che si sono succeduti negli interventi.

Il referente provinciale per l’ambiente del Partito Democratico Maurizio Scalabrin in rappresentanza della Segreteria Provinciale che ha ricordato, la mutazione delle condizioni economiche, e sottolineando il fatto che le quote di produzione perse non saranno più recuperate, ha sottolineato che questo fatto dovrebbe spingere a far pensare tutti alla necessità di fermare la pedemontana in A31. Questo pensiero aveva animato quanto fatto dalla sua giunta e dal consiglio comunale di Montecchio Maggiore negli anni scorsi, ha poi sottolineato la solitudine della posizione contraria della amministrazione castellana alla quale è mancato il sostegno della mobilitazione popolare, che si è esaurita nella assemblee tenute a Tezze di Arzignano nel 2006, organizzate dalla Associazione No alla Centrale.

Il Consigliere Regionale Claudio Meggiolaro della Lega Nord che in qualità di presidente del Consiglio Comunale di M.M. in carica ha condiviso il pensiero dell’ex Sindaco Scalabrin, sostenendo che i comitati sono obbligati ad aumentare i numeri delle persone presenti alle loro manifestazioni altrimenti non riusciranno a colpire realmente l’attenzione delle forze politiche in campagna elettorale, ne tanto meno quella del commissario che risponde solo al Governo, ha poi ricordato la vicenda della centrale e delle altre opere che si affastellano nell’ovest vicentino concordando con Scalabrin che non è possibile perdere altre occasioni e va formulato insieme tra tutte le forze politiche del territorio un pensiero e una verifica; ha sostenuto in chiusura del suo intervento che i cambiamenti sull’opera e sulla impostazione si attua con il coinvolgimento e l’unità dei sindaci sul forte impatto ambientale.

L’intervento del candidato alle regionali del Veneto per il PRC-PDCI Luciano Panato ha puntualizzato le condizioni con cui si esprimono i progetti su questa parte del territorio e in generale nella infrastrutturazione autostradale, ricordando che i principali contratti di servizio sono sottoposti a segreto di stato, e che le condizioni economiche con cui i promotori si apprestano a realizzare l’opera sono di totale garanzia del ritorno economico per l’investitore a discapito delle popolazioni e amministrazioni locali, la cui responsabilità va cercata negli organi di governi regionali e nazionali, ha lanciato la proposta di un incontro con il Commissario straordinario Vernizzi, in cui siano coinvolti i Sindaci, e i partiti politici.

Abbiamo avuto anche l’intervento del Consigliere Regionale di PRC Pierangelo Pettenò che su questa linea di critica ha espresso un concetto chiaro su certi amministratori che si sono alleati con lupi depredando il proprio gregge con chiare responsabilità politiche dei partiti di governo locale e regionale, ha insistito perché la visione dell’opera sia unitaria e non spezzettata comune per comune e sulla inutilità di queste opere alla luce dei contesti economici di crisi reale e i cui dati di partenza non saranno più recuperabili, ha confermato le storture della procedura in corso confermando che alla data del 29/01/10 non erano disponibili i documenti riconducibili a un progetto definitivo.

Sono poi intervenuti Francois Bruzzo e Olol Jackson di IDEA (Verdi) che hanno sottolineato la forma del semplice schizzo per la definizione di un’opera nella quale la Valutazione ambientale è determinante, è stato posto all’attenzione dei presenti anche la contraddittorietà che il Commisario Straordinario Vernizzi è anche il presidente della Commissione regionale per la V.I.A., ed in pratica egli oltre a guidare la progettazione potrà determinarne l’approvazione e la compatibilità ai fini dell’impatto sui territori, sulla salute e sull’ambiente; I rappresentanti di IDEA hanno sostenuto la necessità di recuperare la legalità degli atti del commissario che agisce sopra le leggi ordinarie e applica in modo straordinario soluzioni tecniche senza la necessaria verifica di compatibilità e sostenibilità. La valutazione di impatto ambientale non è fatta per bloccare le opere ma per realizzarle nel modo migliore e più completo nel rispetto del compromesso tra etica e tecnica, tra economia e popolazioni locali, hanno sottolineato la necessità di richiamare con più chiarezza il coinvolgimento dei territori e delle popolazioni locali. L’assenza di questo è responsabilità degli amministratori, dei politici e dei partiti locali le quali in mancanza di ciò hanno il dovere di mobilitarsi.

Il contributo del candidato al consiglio regionale ed ex Sindaco di Arzignano Stefano Fracasso si è soffermato sulla indiscutibilità dei passi che al momento attuale hanno compiuto le forze di governo regionali e nazionale e che richiamano le responsabilità politiche del Popolo della Libertà del Governatore uscente e del Presidente del Consiglio dei Ministri. Egli ha ricordato la difficoltà di coinvolgere le popolazioni locali e l’isolamento di chi nel 2006 promuoveva una mobilitazione nella Vallata alla luce delle posizioni delle amministrazioni locali tutte favorevoli a partire da Trissino, Brogliano, Castelgomberto, Cornedo Vicentino e poco disponibili ad aprire un confronto per giungere a una posizione comune, si tratta a suo giudizio di una esperienza negativa che non dovrebbe ripetersi ma che chiama in causa le forze politiche di maggioranza e che pone i comitati e i contrari all’opera in una sostanziale posizione di minoranza, con questa chiarezza ha però convenuto sulla proposta degli esponenti di Rifondazione Comunista confermando la propria disponibilità e quella di Maurizio Scalabrin per un incontro con il commissario Vernizzi accogliendo anche le aperture del consigliere Meggiolaro per il ruolo dei sindaci.

Il Senatore Paolo Franco segretario provinciale della Lega Nord non si è sottratto al confronto e ha obbiettato che in quell’incontro vi devono essere i sindaci perché quello è il loro ruolo e loro devono coordinarsi, ha sostenuto che la vicenda della pedemontana è stata un’occasione persa dalla provincia di Vicenza per recuperare capacità di governo e chiarezza nel confronto e delle azioni politiche per determinare l’indirizzo; ha affermato che nonostante la crisi certi strumenti e certe opere non si possono fermare semplicemente spegnendo il motore, vi è un certo ritardo anche nella mobilitazione dei cittadini nel richiamare i sindaci, ha offerto una disponibilità ad aprire il dialogo ma lo spazio è poco, ha sottolineato che la posizione troppo ideologica contro certe opere non ha favorito il dialogo tra le forze politiche e che se si parla di devastazione dei territori si deve parlare anche di alterazione delle comunità locali e delle relazioni sociali legate alla presenza d comunità straniere nei nostri territori.

L’intervento di Maurizio Ferron della CGIL Chimici che è intervenuto di seguito ha ricordato la necessità di distinguere il tema delle opere infrastrutturali da quello dell’inserimento e integrazione delle comunità straniere, ha ricordato l’indispensabile apporto dei lavoratori stranieri nell’ovest vicentino ma è un tema che seppure si sovrappone a quello delle infrastrutture e del futuro scenario economico e sociale non va confuso richiamando che la pedemontana veneta avrà ricadute che al moneto appaiono del tutto negative sulle prospettive sociali, di vita e di lavoro delle comunità locali.

Il coordinatore provinciale dell'Italia dei Valori Carlo Rizzotto ha offerto la sua collaborazione attivandosi per farci avere consulenze legali sullo sviluppo delle azioni commissariali.

Gli interventi si sono conclusi con un richiamo alle responsabilità e un tono positivo sui risultati possibili da raggiungere da parte di Luciano Chilese del comitato di Montecchio Maggiore.


In conclusione chiediamo che i comuni attraversati giungano ad una posizione comune e per questo può essere un utile strumento la conferenza dei Sindaci dell’ULSS 5 al cui presidente Sindaco Milena Cecchetto rivolgiamo l’invito a convocarla a partire dal tema dell’inquinamento e delle ricadute sulla sanità collettiva e in quella occasione ci convochi e ci ascoltino i sindaci, il coordinamento delle azioni delle amministrazioni locali deve avere come obbiettivo quello di giungere alla conferenza dei servizi con maggiore unità, su questo piano abbiamo registra una apertura degli esponenti della LN che amministrano con loro sindaci i Comuni di Malo, Castelgomberto, Trissino e Montecchio Maggiore.

Rispetto alle zone d’ombra del progetto proponiamo un incontro tra le forze politiche, le amministrazioni locali i comitati e il Commissario Straordinario Ing. S. Vernizzi. Attiveremo azioni di approfondimento e di verifica che mettano in luce le inadempienze, soprattutto in relazione alla proclamata emergenza traffico, che può essere un grimaldello per contestare i poteri straodinari del commissariato.

I sindaci più volte chiamati in causa sono stati colpevolmente assenti e con loro dobbiamo attivare una serie di incontri mirati dove presentare le nostre ragioni e spingere affinché comprendano la necessità di giungere ad un incontro collettivo e conoscano le critiche al progetto e possano preparare la conferenza dei servizi giungendo a chiedere la sospensione del progetto per ulteriori approfondimenti per l’insostenibilità ambientale, economica, sociale. E’ dunque necessario spingere perché i sindaci ci ascoltino e si riuniscano, sia nella conferenza dell’ULSS 5 alla quale chiediamo sin d’ora di essere ascoltati in apposita sessione sugli aspetti e sulle criticità ambientali e sanitarie, sia come gruppo di area per la conferenza dei servizi .


Montecchio Maggiore 16 febbraio 2010

1 commento:

  1. Cariche in Val di Susa. I comitati invadono uno dei siti

    Da ieri sera comitati e forze dell'ordine si stanno fronteggiando nei pressi di un sito di Coldimosso Alle 19.00 sono partite le violente cariche della polizia.
    Utente: garbat
    17 / 2 / 2010

    Mercoledì 17 febbraio

    Segui gli aggiornamenti

    Dalla Val di Susa giungono in serata le notizie di cariche della polizia contro gli attivisti No Tav.

    Dopo le iniziative della scorsa notte infatti alle 18.30 i No Tav si erano di nuovo mossi per raggiungere la trivella in zona Coldimosso.

    Hanno raggiunto le vicinanze della trivella e dopo una prima carica di "allegerimento" la polizia ha iniziato a caricare in maniera più brutale.

    Ci sono numerosi feriti ma gli attivisti continuano a restare sul posto.

    Comunicato sui fatti del 16 febbraio

    Questa volta è mancato poco. Molto poco, e il cantiere della trivella veniva occupato. Pensavano di nascondersi come sempre tra il buio della notte,il luogo improbabile dell’ennesimo sondaggio truffa e il blitz a sorpresa. Invece l’allarme parte in anticipo e già alle 23.30 il popolo valsusino è mobilitato. Alle 24.00 si individua la trivella appena posizionata ma ancora da montare. Il luogo è Coldimosso, tra Bussoleno e Susa, il sondaggio è l’S72. Dai presidi di S.Antonino e Susa partono decine di macchine che convergono sul luogo. Le forze dell’ordine sono prese alla sprovvista, sono ancora poche e mal posizionate, il primo posto di blocco sulla statale viene aggirato facilmente passando per i prati ghiacciati. Un attimo e un centinaio di persone si ritrovano con la trivella a meno di 10 metri e un unico cordone di poliziotti. A quel punto ecco che entra di scena il sanguinario vicequestore Spartaco Mortola (per sapere bene chi è, cosa ha fatto e che faccia ha, digitare su google il suo nome e cognome) che “a freddo” ordina ai suoi uomini di caricare. Per fortuna solo qualche contuso e tanta rabbia. Ma serve a poco, la gente non si sposta, rimane a far pressione e a vagare intorno al cantiere, mettendo in continua apprensione le forze dell’ordine.

    Intanto, vista la situazione difficile in cui si trovano, chiudono completamente la SS24 e l’autostrada con più blocchi sia per le auto sia per chi arriva a piedi, impedendo così a molte persone di raggiungere il luogo della trivella. Partono presidi volanti davanti ai posti di blocco. I loro rinforzi invece arrivano e sono come sempre in numero spropositato. Ma, nonostante questo, per potersi garantire una via di fuga a loro e alla trivella, non possono far altro che tagliare con il cannello il guard-rail dell’autostrada e con la ruspa costruire sul momento uno svincolo “volante” contiguo al cantiere appena installato.

    Bloccano le strade di mezza Valle di Susa, impediscono alle persone di muoversi liberamente, distruggono un guard-rail dell’autostrada e si fanno uno svincolo tutto per loro.

    Il tutto per fare un sondaggio farsa di 30 metri.

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Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!