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12 aprile 2013

Project financing e "grandi opere": Pettenò, prosegue la logica dei "grandi affari"


(Arv) Venezia 11 apr. 2013 - Se accostiamo quanto successo oggi a palazzo Ferro-Fini sui temi ambientali e delle grandi opere -incontro, in mattinata, del presidente e dei capigruppo con i comitati ambientalisti e approvazione in aula, nel pomeriggio, del programma 2012-2014 delle opere pubbliche- emerge in tutta evidenza l'incoerenza della maggioranza e la pervicace volontà di proseguire sulla vecchia strada dei "grandi affari". 

Lo evidenza il capogruppo di Sinistra Veneta Pietrangelo Pettenò. "In mattinata -riassume- il presidente del Consiglio e numerosi consiglieri di tutti i gruppi si erano incontrati con i rappresentanti dei Comitati del Veneto che si oppongono alle grandi opere, alla cementificazione del territorio, alle grandi speculazioni inutili e truffaldine". "Al centro del confronto - precisa Pettenò - la situazione venutasi a determinare a seguito dell'inchiesta della magistratura che ha fatto emergere con sempre maggior rilevanza, l'esistenza di un vero e proprio "comitato d'affari", attorno alle grandi opere infrastrutturali e al project financing (ospedali, autostrade, grandi opere quali il Mose, ecc…) e il compito della Commissione di inchiesta istituita in materia dal Consiglio. 

Nel pomeriggio - aggiunge l'esponente della sinistra - in spregio agli appelli lanciati qualche ora prima dagli ambientalisti e alle assicurazioni ad essi fornite la maggioranza ha approvato in aula il "Programma Triennale 2012/2014 dei lavori pubblici di competenza regionale". Inutile il mio tentativo di correggere il provvedimento introducendo il divieto di ricorrere alla pratica dei "progetti di finanza", veri e propri buchi neri per le risorse pubbliche. 

Non c'è stato verso: la maggioranza di destra che governa il Veneto ha respinto anche la richiesta di sospendere i progetti previsti (dalla camionabile lungo l'idrovia Padova Venezia, alla Pedemontana, la Treviso Mare… ), in attesa degli esiti della Commissione d'inchiesta". "Lega e Pdl - conclude Pettenò - ribadiscono così la continuità con un modello di sviluppo ormai insostenibile, rafforzando così l'idea che la logica dei grandi affari continui a rendere impraticabile un cambio di marcia, per rimettere al centro delle scelte e della programmazione i veri bisogni del territorio veneto". 

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