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17 marzo 2015

TANGENTI. Perotti, arrestato, risulta essere il direttore della Pedemontana Veneta

17 MARZO 2015. Nella rete dell’inchiesta della magistratura fiorentina per le tangenti degli appalti di TAV ed EXPO (4 arrestati e 51 indagati in totale) è caduto, oltre a Ercole Incalza, funzionario del Ministero delle infrastrutture dal 2001, anche l’Ing. Stefano Perotti che risulta essere il direttore dei lavori dei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV).
Tra le figure chiave per la realizzazione di questa grande opera aumenta quindi il numero di coloro che per un motivo o per l’altro sono caduti nella rete della giustizia italiana. Prima è capitato al responsabile unico del procedimento della SPV, Giuseppe Fasiol, arrestato e poi rilasciato nell’ambito dello scandalo del Mose, poi all’amministratore delegato di Veneto Strade e Commissario straordinario della SPV, Silvano Vernizzi, indagato per il reato di turbativa d’asta con altri cinque dirigenti della Regione Veneto in relazione all’affidamento alla società Adria Infrastrutture dell’incarico per la realizzazione della Via del Mare in project financing (una superstrada a pedaggio tra Meolo e Jesolo) ed ora capita addirittura al direttore dei lavori, Stefano Perotti.

Come ricordano i magistrati fiorentini Perotti in veste di direttore dei lavori si garantiva un guadagno imponente che andava dall’1 al 3 % dell’opera diretta.

Andrea Zanoni, che da Eurodeputato è intervenuto più volte sulle troppe ombre della Pedemontana, ma anche su quelle del Mose, ha dichiarato: “Dopo l’arresto del direttore lavori della pedemontana mi auguro che il magistrato Raffaele Cantone alla guida dell’autorità nazionale per l’anticorruzione acceleri le indagini annunciate lo scorso gennaio facendo presto luce sui troppi lati oscuri di questa grande opera. Fortunatamente sta indagando anche la Corte dei Conti che appena lo scorso 19 febbraio ha chiesto sulla pedemontana una serie quasi interminabile di chiarimenti in un documento di addirittura ventiquattro pagine. La Pedemontana veneta sta costando ai contribuenti un occhio della testa e dopo questo ennesimo episodio che vede l’arresto di una figura chiave è doveroso fare immediatamente luce sulle varie responsabilità in essere e sull’utilizzo dei soldi pubblici rivedendo tutti gli incarichi di quest’opera”.

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