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14 marzo 2008

Le Poscole e Località Canton

COSA SONO LE POSCOLE

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Tutta la Pianura Padana è contornata da una zona particolare situata alle pendici delle Prealpi. Questa porzione di territorio che viene denominata “fascia delle risorgive”, è il luogo dove vengono alla luce alcuni importanti fiumi veneti: il Tesina, il Bacchiglione, il Dese e il Sile. L'origine delle risorgive è piuttosto semplice: l'acqua, che si è infiltrata nell'alta pianura costituita prevalentemente da ghiaia e sabbia, quando a valle incontra i primi strati impermeabili di argilla, è costretta a risalire arrivando in superficie.
L'area delle Poscole, così chiamata al plurale per la ricchezza dei corsi d'acqua che qui iniziano il loro cammino tra i campi e che finiscono poi per alimentare il torrente Poscola, è appunto caratterizzata da varie risorgive, tra cui anche quella dell'Olmo, che qui possiamo osservare.
Le risorgive garantiscono durante tutto il periodo dell'anno un costante e abbondante apporto di acqua pura, la quale costituisce un importantissimo elemento d'equilibrio all'interno del delicato meccanismo che regola la vita di questa campagna. L'acqua così prodotta può essere captata per gli usi domestici delle contrade, può inoltre essere canalizzata, consentendo l'irrigazione delle superfici
anche quando, nei periodi di siccità, in altri luoghi ciò non sarebbe possibile; infine è una garanzia per la sopravvivenza di tutti quegli organismi la cui vita è legata all'esistenza permanente di ambienti umidi.

I FOSSATI
Proprio per la sua ricchezza d'acqua quindi la zona delle Poscole si differenzia in maniera sostanziale da altre zone della Valle dell'Agno dove la campagna è rimasta ben conservata. L'intreccio formato dal rio Poscoletta , dal torrente Poscola, da fossati, da sorgenti e vallecole, costituisce un'ambiente ricchissimo di vita anche per l'alternarsi continuo di luoghi in cui l'acqua scorre velocemente ad altri in cui ristagna. L'area delle Poscole risulta così essere la zona più ricca di anfibi di tutta la Valle dell'Agno. Si riproducono in queste acque tre diverse specie di tritoni, tra cui il raro Tritone Crestato, ben otto specie tra rane e rospi, tra cui la Rana verde, la Raganella, l'insolito Rospo smeraldino e l'Ululone dal ventre giallo. Qui possiamo trovare la Salamandra pezzata che, pur essendo un'abitante del bosco, raggiunge i fossati delle Poscole nel momento della riproduzione. Tra i rettili, abile nuotatrice, la Biscia dal collare può essere scorta mentre tra i fossati caccia rane, girini e piccoli pesci. Quest'ultimi, non potevano naturalmente mancare: la Trota fario, il Ghiozzo di fiume e la Sanguinerola, costituiscono la principale popolazione di queste acque, ma non è raro trovare anche qualche altra specie introdotta artificialmente dall'uomo. Un discorso a parte meriterebbe il mondo degli insetti che come noto brulicano nei pressi di zone umide, ne ricordiamo solo alcuni: le numerose Libellule, il Ditisco ed i comuni Gerridi, conosciuti anche come Ragni d'acqua. A rendere ancora più suggestivo questo ambiente contribuisce in maniera decisiva la particolare vegetazione acquatica: Filari di Ontani e Salici adornano ovunque i corsi d'acqua: Le acqua stagnanti sono ricoperte dalla Lenticchia d'Acqua mentre quelle correnti sono ammantate dai Ranuncoli Acquatici saldamente ancorati al fondo. Lungo le sponde emergono la Sala Eretta, la Mestolaccia, la Tifa e la Cannuccia Palustre e dove le condizioni di luminosità sono migliori si sviluppano le Callitriche, i Sedani d'acqua e la Menta d'acqua. Infine, nelle bassure, anche all'interno dei prati dove i ristagni d'acqua sono momentanei, prosperano Giunchi e Carici.

SIEPI ED ALBERATE
L'impiego delle siepi e dei filari di alberi nella campagna veneta ha origini che risalgono all'epoca romana: Le loro funzioni sono da sempre molteplici, riescono infatti ad abbinare evidenti vantaggi economici per chi li coltiva ad un notevole miglioramento dell'ambiente per quanto riguarda l'aspetto naturalistico. Le siepi, veri e propri boschi lineari, servivano per delimitare le proprietà e per impedire l'accesso degli animali al pascolo alle aree coltivate. Fondamentali sono anche le loro funzioni riproduttive, che vanno dalla legna da ardere, a quella da lavoro, dalla produzione di frutti e funghi, a quella di specie officinali, di specie mellifere e di altre un tempo molto usate in cucina, infine, offrono rifugio a molte specie di animali favorendo l'insediamento della selvaggina.
I filari di alberi, nati per essere maritati alla vite, con funzione principale di sostegno, offrivano a loro volta una serie di vantaggi che erano differenti a seconda della specie. Dai Gelsi si raccoglievano le foglie per nutrire il baco da seta, i rametti dei Salici da vimini venivano utilizzati come lacci per le viti, dagli alberi di Ciliegio e Noce si raccoglievano i frutti, tutti erano buoni produttori di legname ed offrivano nei loro grossi tronchi ospitalità a varie specie di animali. Il valore di questi elementi è stato notevolmente ridimensionato a partire dal dopoguerra con il passaggio da un'economia agricola, in cui era importante l'autosufficienza della famiglia, a quella industriale, caratterizzata dalla specializzazione e dalla possibilità di trovare sul mercato qualsiasi tipo di prodotto. Iniziò così la graduale eliminazione di siepi e alberate, giustificata dalla necessità di trovare nuovi spazi per il movimento delle macchine agricole. Finalmente in questi ultimi anni ci si è resi conto della loro importanza. Si è scoperto per esempio che sono delle barriere frangivento insostituibili per la protezione dei coltivi, che hanno degli effetti benefici nel ridurre l'inquinamento dovuto alle polveri e nell'attenuare i rumori, che sono inoltre degli habitat ideali per i predatori degli insetti nocivi alle culture ed infine che sono delle componenti del paesaggio fondamentale per rompere la monotonia della campagna moderna e per diminuire l'impatto visivo relativo a costruzioni di qualsiasi genere.

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