Sale a 50.000 il bilancio degli alveari colpiti da spopolamento e che quindi non potranno produrre miele nelle regioni del Centro Nord per il 2008. Il punto è che ora "si cominciano a rilevare danni anche al Sud, in particolare in Calabria". A fornire questi dati è Giancarlo Naldi, dell'Osservatorio nazionale della produzione e del mercato del miele, al termine della riunione che si è tenuta oggi al ministero delle Politiche agricole con i rappresentanti di Regioni, apicoltori, agricoltori, ambientalisti e aziende chimiche, per fare il punto sull'allarme lanciato da Legambiente, Unaapi e Osservatorio sulla moria di api in corso, specie nelle regioni settentrionali.
.Sotto accusa è l'uso di insetticidi, neonicotinoidi, impiegati per la concia dei semi, con effetti drammatici sugli insetti impollinatori. "Stiamo rischiando di perdere l'apicoltura del Nord" aggiunge Naldi, secondo cui "la novità più evidente è la rilevazione dei danni significativi al Sud. Rispetto al Nord si tratta di danni diversi dal punto di vista qualitativo (nuove patologie che riguardano famiglie che sono indebolite) e quantitativo (spopolamento del 30% degli alveari)".
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Una situazione tutta da approfondire. "Il dubbio che noi abbiamo - conclude Naldi - è che questi danni si concentrano in particolare in aree, come ad esempio nella piana di Sibari, dove accanto agli agrumeti vi sono frutteti di peschi, per i quali si usano i neonicotinoidi".
22 aprile 2008
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