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13 maggio 2008

Lettera aperta

Associazione "No alla Centrale"

Associazione per la promozione della qualità della vita
nell’Ovest Vicentino

Via Mameli, 1 - Tezze di Arzignano (Vicenza)



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LETTERA APERTA ALLE AMMINISTRAZIONI, AI CITTADINI E ALLE FORZE POLITICHE E SOCIALI DELL’OVEST VICENTINO

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La vittoria su chi voleva costruire una centrale termoelettrica da 800 megawatt nella nostra zona è stata ottenuta grazie all’impegno di molti ed alla larga partecipazione ai momenti di confronto e manifestazione, ma anche ad un lodevole lavoro di squadra dei rappresentanti istituzionali nei comuni, in provincia, in regione e in parlamento.

Tre sono in particolare gli aspetti che questa vicenda ha evidenziato:

  1. E’ necessario ragionare sui temi del territorio, dell’ambiente e dello sviluppo come un’unica area (Ovest Vicentino), una zona urbana che si estende da Valdagno, Chiampo fino Lonigo e oltre, superando la logica dei confini comunali.

  2. Questa zona è al limite del collasso ambientale ed è per questo motivo bisogna ridurre/togliere i fattori di rischio ambientali e per la salute dei cittadini e non aggiungere altri tipi di inquinamento. Pertanto ogni azione o progettazione nella zona deve rispettare un fondamentale vincolo e cioè quello del Bilancio Ambientale Positivo.

  3. E’ cresciuta una maggiore consapevolezza da parte della comunità locale, che chiede che qualsiasi programmazione di interventi sul territorio parta dal coinvolgimento ed il confronto con i cittadini, associazioni, ecc.

In altre parole i cittadini dell’Ovest Vicentino non sono disposti ad accettare passivamente cose calate dall’alto e decise in altre, cosiddette, “stanze dei bottoni” dove si muovono gli “interessi economici” (così com’era avvenuto nel caso della Centrale).

Ora noi avvertiamo il pericolo che molti rappresentanti istituzionali abbiano dimenticato queste semplici ma fondamentali verità che ci hanno accomunato.

Questo diventa evidente semplicemente elencando le opere che dovrebbero essere costruite nell’Ovest Vicentino:

C.I.S. (centro intermodale servizi) al confine tra Alte e Montebello, Autostrada Pedemontana, Centrale a Biomasse di Zermeghedo, Impianto per il trattamento dei fanghi conciari, annunciato nuovo progetto di Centrale e Biomasse di Euganea Energia, Bacino di laminazione (tra Montorso, Zermeghedo, Montebello) con escavazione del torrente Chiampo e movimentazione di terreni e/o ghiaia probabilmente contaminati da smaltire ecc…

Potremmo dilungarci a riportare i possibili impatti di ogni singola opera, ma ci poniamo innanzi tutto alcune semplici domande, per esempio:

  • È stata fatta una valutazione complessiva di cosa comporterà in termini di inquinamento l’insieme di tutte queste opere per l’ovest vicentino?”

  • Sono necessari due impianti di produzione di energia da biomasse distanti uno dall’altro cinque chilometri, tenendo conto che in contemporanea dovrebbe partire l’opera più urgente per l’economia di Arzignano, cioè l’impianto di trattamento fanghi prodotti dai depuratori?”

  • Si è valutato cosa significa togliere gli argini del fiume Chiampo per le zone residenziali dei comuni di Montorso, Zermeghedo, Montebello?

Ma, oltre alle domande soprascritte (a cui se ne potrebbero aggiungere delle altre), alle quali vorremmo che i pubblici amministratori ci fornissero delle risposte; c’è una domanda più profonda ed una riflessione da fare che riguarda il futuro dell’Ovest vicentino.

Ci troviamo di-fronte ad una programmazione della regione Veneto molto attiva nel prevedere interventi di natura infrastrutturale che aumentano i rischi della salute della popolazione dell’Ovest vicentino”.

Ci riferiamo ad esempio all’autostrada Pedemontana a pagamento che, come concepita dalla regione Veneto, non è una infrastruttura al servizio dell’economia locale ma solo attrattore di nuovo traffico con incremento delle ormai famigerate micropolveri (pm10); il Cis di Montebello e la costruzione sempre nell’area Cis di un’altra industria ad alto rischio o dell’ennesimo un centro commerciale che sarà due volte la volumetria delle Piramidi di Torre di Quartesolo o di una nuova zona industriale con altri impianti. Non dimentichiamo che in zona oltre al distretto conciario ci sono già tre industrie ad alto rischio.

Contemporaneamente la stessa Regione sembra, ad esempio, molto meno solerte nel programmare ed attivare i servizi socio-sanitari sul territorio e nelle strutture ospedaliere, a beneficio dei cittadini dell’Ovest Vicentino.

La domanda di fondo è se si vuole proseguire in un modello di sviluppo solo quantitativo che ha già esaurito le risorse del territorio o se invece si vuole perseguire un’altra strada che mette al centro la “qualità”. E’ chiaro che per noi il tema dello sviluppo deve essere necessariamente essere accompagnato alla necessaria tutela del territorio e delle sempre più scarse e preziose risorse (acqua, aria, ambiente naturale…) ed alla tutela della salute e del benessere della popolazione messi a rischio dal troppo carico inquinante presente nell’ovest vicentino; oltre ad una crisi economica sentita ormai da molte famiglie.

Invitiamo pertanto gli amministratori pubblici a ritrovare quello spirito unitario che ci ha permesso di sconfiggere il mostro della Centrale Termoelettrica, e fare un salto di qualità avviando una seria riflessione “partecipata” per quanto riguarda le problematiche della crescita sostenibile dal punto di vista sociale ed ambientale e su quale modello di sviluppo per l’ovest vicentino.

Maggio 2008
ASSOCIAZIONE NO ALLA CENTRALE

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