Il dispositivo sarà prodotto da un'azienda italiana. tra i progetti anche la barca ad idrogeno
Philippe Starck posa di fianco ad una sedia di sua creazione (Reuters)
PRODOTTO ITALIANO - Presentato ad aprile nel corso del Salone del mobile di Milano, il l'«Eolienne» di Starck ha conquistato un'intera paginata sull'International Herald Tribune. Prodotto da un'azienda italiana, la toscana Pramac, specializzata nella produzione di generatori elettrici e componenti per impianti fotovoltaici (e che nei mesi scorsi ha creato una newco con Banca Intesa, la Solar Express, specializzata nella produzione di energia solare), l'innovativo mulino a vento dovrebbe essere venduto ad un prezzo tra i 500 e gli 800 euro e poi piazzato sul tetto della propria abitazione. Collegato all'impianto di casa, sarebbe in grado di fornire la gran parte del fabbisogno energetico domestico. Il rendimento, va da sè, è legato a molti fattori, primo fra tutti l'esposizione a venti e correnti. Il mulino a vento disegnato da Philippe Starck
DESIGN TRA LE TEGOLE - Ma sul fatto che un prodotto del genere possa sfondare, lo stesso Starck sembra avere pochi dubbi, spiegando che una buona parte del successo dell'«Eolienne» potrebbe arrivare proprio dal suo design. E in effetti si è decisamente lontani sia dai classici mulini a vento a pale tipici del panorama olandese, sia dai moderni impianti piazzati in serie sulle creste delle colline per la produzione di energia eolica su vasta scala. Il windmill di Starck, con la sua forma quadrata, gli angoli arrotondati e, soprattutto, il look sinuoso e accattivante reso dalla plastica trasparente con cui è realizzato, si presta ad essere una presenza discreta sui tetti delle città, molto meno invasiva di certe ventole metalliche di areazione per canne fumarie o della selva di antenne, tradizionali o paraboliche, che orna le sommità di molti edifici dove gli impianti centralizzati non si sa neppure cosa siano. «In linea con il concetto di immaterialità - ha spiegato il designer -, ho disegnato un windmill molto speciale: bellissimo, la prima turbina eolica quasi invisibile
ECOLOGIA DEMOCRATICA - Starck, in un'intervista al Mondo, il settimanale economico del Corriere della Sera, aveva parlato del suo microgeneratore eolico come di un esempio di «alta tecnologia coniugata con la creatività attraverso un progetto rivoluzionario». E aveva colto l'occasione della presentazione del prototipo per presentare il suo nuovo credo: «Per vent' anni - diceva Starck ho creato oggetti che potessero essere acquistati da più persone possibile, dallo spremiagrumi di Alessi alla sedia La Marie di Kartell, contro l' elitarismo del design. Ora desidero che l' ecologia sia alla portata di tutti. Il windmill rappresenta, infatti, la democratizzazione dell' ecologia. Sarà contenuto in una scatola e venduto nei supermercati, a costi contenuti. Perché chiunque possa decidere di comprarlo e, in pochi minuti, montarselo sul tetto di casa». La collaborazione con l'azienda porterà anche alla realizzazione di una nuova generazione di pannelli fotovoltaici, di barche a idrogeno e auto elettriche. Insomma, tutto quello che può servire per rendere sempre più compatibili le comodità della vita moderna e la sostenibilità ambientale.
LA BARCA A IDROGENO - L'Herald Tribune non ha dubbi: se Starck è riuscito per anni ad avere successo con quelli che lui stesso ha definito oggetti inutili, figuriamoci ora che la sua creatività è al servizio della massima funzionalità e della pubblica utilità. E la dimostrazione pratica la darà, oltre che con il mulino a vento domestico, con la concretizzazione del progetto di barca a idrogeno, il cui primo esemplare realizzato sarà consegnato la prossima primavera all'hotel Bauer di Venezia Del resto è lo stesso architetto a spiegare quanto sia inevitabile che oggetti e beni di uso quotidiano, anche quando si è sposata la causa della sostenibilità, siano in primo luogo belli: «L'ecologia deve essere un piacere, non una punizione».
letto qui e parzialmente riportato.
RispondiEliminaUn oggetto di Starck è leggero, economico in materia ed energia dalla produzione al consumo, passando dal packaging al trasporto. Starck ha la coscienza di essere diverso, di avere "sfondato" per un puro bisogno di esprimersi. Sue caratteristiche sono il gusto del gioco e del divertimento; ama meravigliarsi e meravigliare gli altri, anche tramite le sue opere architettoniche.
È vincitore di importanti premi quali il Grand Prix National de la Création Industrielle (1988) e l'Honor Award dell'American Institute of Architetcts nel 1992, per il Paramount Hotel di New York. È titolare di un'importante attività didattica.
Nel 2000 ridisegna l'intera collezione della Emeco, l'azienda americana considerata un American classic, che produce la leggendaria Navy chair, la sedia in alluminio rifinita a mano concepita per la Marina statunitense che si ritrova nei film di Hollywood, nei bar newyorkesi, nelle ville di Frank Gehry.
In una recente intervista, parlando del suo lavoro ha tenuto a precisare: "...Questo lavoro fatto per ragioni prettamente estetiche o culturali non ha senso. Le belle sedie si possono trovare dovunque, le belle lampade sono dovunque, i bei tavoli sono dovunque, ce ne sono già abbastanza. non può essere diversamente. Oggi tutto il lavoro estetico e culturale è divenuto inutile, l'urgenza di agire non è più là. Oggi l'urgenza è di tipo politico, occorre lavorare sulla ridefinizione della produzione, sulla ridefinizione del rapporto uomo e materia perché l'uomo possa ritrovare il proprio spazio senza essere attanagliato, asfissiato, ricoperto da un mucchio di cose futili, generalmente portatrici di simbolismi estremamente dubbi. Se guardate per strada, come laggiù, vedrete che tutte le macchine, tutte le automobili, tutto quello che ha un motore, gli scooter, le moto, da qualche tempo gli scooter un po' meno - e forse in parte grazie a me - portano solamente segni maschili, di machismo, è ridicolo. Perché una macchina deve avere i 'coglioni'? non ha senso. Una macchina è un oggetto di servizio che dovrebbe essere intelligente. Ma è per questo, l'uomo non potendo essere più intelligente ci resta male. L'intelligenza è femminile, l'intelligenza moderna è femminile, e la macchina non è moderna, non sarà mai femminile. vedete quindi che è possibile lavorare continuamente sulle domande: 'Questo oggetto deve essere maschile o femminile? questo oggetto merita d'esistere o esiste soltanto per dimostrare al proprio vicino che si è pieni di soldi? o per mostrare che si è più potenti?' Dietro e davanti gli oggetti acquistati ci sono molte brutte cose. Le case generalmente vengono costruite per dimostrare che nella vita si è raggiunto il successo, piuttosto che per vivere felici al loro interno. Ci sono miriadi di cose come queste da decifrare. E questo è un po' il mio lavoro".
E sotto sotto dovrebbe essere il lavoro di tutti. Le considerazioni di Starck sull' estetica si possono estendere all' estetica della politica. In sintesi il machismo politico non porta più da nessuna parte. La politica che mostra i coglioni è la politica dei coglioni. Il fare per il fare ne è uno dei sintomi. Una ridefinizione della politica che includa il paradigma della sostenibilità è un'utopia ancora da scandagliare. Starck ne intuisce l'urgenza ma la politica di oggi non può arrivare a tanto perchè sarebbe la sua fine. Starck antipolitico? Mi associo. In lotta per i mulini a vento, non contro.
E' giusto mettere anche cose positive e non solo critiche, bisogna far vedere che cambiare il modello di sviluppo non è impossibile, anzi! Con la tecnologia si può fare (se pò fà)senza tornare all'età della pietra
RispondiEliminaLa tecnologia è utile se non riversa entropia nell'ambiente. Il biocarburante p.es. è tecnologico ma altamente entropico, al contrario di un pannello fotovoltaico la cui tecnologia compensa largamente l'aumento di entropia causato dalla sua stessa costruzione.
RispondiEliminaLa parola "sviluppo" nel contesto economico e nella sua più diffusa accezione contiene in sè il germe dell' entropia e dell' insostenibilità. Per pensare in termini di sostenibilità è necessario smettere di adottare il modello "sviluppo economico = benessere". C'è il vincolo che tornare all' età della pietra non è possibile per una società tecnologica che grazie all'economia di produzione-mercato-consumo ha già conosciuto un certo benessere anche se sempre meno certo e ormai da ridefinire anch'esso.
Capita, è vero, che ragionando di queste cose si incontri chi contesta la praticabilità di scelte alternative perchè "tornare indietro non è possibile" o che concluda dicendo che son discorsi "fatti da chi vuole tornare all'età dell' pietra." Costoro sono racchiusi in due limiti. Per primo un evidente deficit culturale, penalizzante ma sanabile. Per secondo l'incapacità di pensare oltre sè stessi nell'istante presente, in perfetto stile consumista tanto di destra che di sinistra.
Per finire chiarisco che l'espressione volutamente equivocabile "in lotta per i mulini a vento e non contro" stava a significare che l'intenzione di ragionare sui problemi e di agire con la stessa sensibilità tecno-ecologica di Starck porta a risultati concreti e non è un'impresa da don Chisciotte. Quindi nessuna intenzione di alimentare la nostalgia dei tempi dei candidi mulini, che invece, paradossalmente, è sfruttata a scopo commerciale in un felice e ipocrita stereotipo del consumismo italiano che troviamo, immancabile, sugli scaffali del supermercato.
A Verona Legambiente torna a criticare la Comunità Montana Astico-Posina
RispondiEliminaFiorentini: «Un progetto brutto e sconsiderato»
Prima in regione nella classifica di Legambiente. Peccato soltanto che non si tratti di un riconoscimento, anzi. La comunità montana Astico - Posina si è aggiudicata la bandiera nera dell'associazione. Insieme ad altre undici località in tutta Italia ora potrà "vantare" il titolo di nemica delle Alpi. I criteri adottati dagli ambientalisti sono semplici: promosse le località che danno vita a progetti virtuosi e che mirano ad un rilancio della montagna preservando le peculiarità locali e valorizzando il territorio. Bocciati, invece, i comuni artefici di una speculazione turistica che «in nome di un business in declino come quello degli sci, punta in realtà ad ottenere finanziamenti che aprono possibilità e spazi per la cementificazione in ambiti di grande rilevanza». Esempio lampante, secondo Legambiente, sarebbe proprio quello dei Fiorentini. Nel documento stilato si legge : "Bandiera nera per aver utilizzato finanziamenti europei per i piani di sviluppo turistico in assenza di adeguata procedura di valutazione ambientale in siti sensibili, di pregiato valore storico ed ambientale". «Il progetto - ha considerato Lorenzo Albi, presidente di Legambiente Verona - prevede piste e strutture brevi, con un dislivello limitato. Preoccupa poi l'altezza: sarà quasi sempre impossibile contare su neve naturale. Ciò significa che, proprio in un momento in cui si parla tanto di risparmio energetico e di un uso moderato delle risorse idriche, si dovrà utilizzare l'innevamento artificiale». «Spesso ci sentiamo ripetere che noi ambientalisti siamo "fissati" con l'ambiente e non consideriamo le esigenze della popolazione. - ha continuato Valentina Dovigo, segretaria regionale - Riteniamo piuttosto che le scelte ecosostenibili vadano a vantaggio degli stessi cittadini». «Il progetto della Comunità montana Astico - Posina è destinato a deturpare il territorio sia con le piste da sci sia con l'edificazione di un villaggio turistico di 42mila metri cubi. Un'opera che, inoltre, non porterà alcun beneficio alla cittadinanza. Ci risulta infatti che, complessivamente, creerà solo quattro posti di lavoro fissi e 21 impieghi stagionali». Legambiente pone l'accento su quelle che, a suo parere, avrebbero potuto essere le alternative. Si tratta infatti di un'area di pregio non solo dal punto di vista ambientale e naturalistico ma anche, e soprattutto, storico.
La valle è attraversata dal muro in sassi che costituiva il confine tra Italia ed Impero Austriaco fino al 1918; inoltre raccoglie importanti testimonianze della prima linea Austro-Italiana della Grande Guerra. «Abbastanza - ha concluso Valentina Dovigo - per ritenere che altre forme di valorizzazione sarebbero state da preferire. La Procura di Vicenza ha posto sotto sequestro una parte dell'area di Monte Coston, perché sono state abbattute una foresta pregiata e rovinate testimonianze della prima Guerra Mondiale. Una parte di scempio, purtroppo, è stata ormai inevitabilmente compiuta, ma sarebbe importante che, almeno quella già sequestrata, rimanesse integra».
Il Giornale di Vicenza, 7 agosto 2008