leggi anche l'articolo:
Americani soddisfatti. Con la Pedemontana Aviano è più vicina.
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"Guerre stellari" a nordest
martedì 28 aprile 2009
Un bell'articolo firmato da Marco Mostallino, uscito oggi nelle edizioni venete dei quotidiani Epolis, traccia un quadro preciso e per molti versi inquietante dei prossimi investimenti militari [italiani e non solo] a nordest. Lo «scudo spaziale» sviluppato dall'esercito italiano insieme a quelli di Stati Uniti e Germania avrà uno dei centri di comando principali proprio a Padova. In tempi di crisi, la Difesa italiana spende per la rete missilistica più di due miliardi di euro.
Sembra che Padova sia perfetta per guardare il cielo. Lo fece Galileo, con sete di scienza, lo fa oggi l'Esercito, con mire difensive e - incidentalmente, ma non troppo - con la conseguenza di generare appalti per miliardi di euro nell'industria militare.
Missili, satelliti, batterie montate su camion, radar: la difesa aerea di gran parte d'Italia è diretta dalla “Brigata Artiglieria Controaerei” che, dal comando di via Altinate, coordina uomini e mezzi in Veneto, Friuli ed Emilia.
Un settore che presto avrà un grande sviluppo: è prevista entro l'anno la consegna alla Brigata dei nuovi apparati antimissile chiamati Samp-T. Si tratta di sei sistemi di lancio semoventi, montati su camion Fiat-Iveco, dotati di 288 missili francesi Aster, capaci di abbattere un aereo a cento chilometri di distanza e un missile a venticinque.
Le batterie verranno dislocate nei reggimenti con sede a Rovigo, Mantova, Bologna e Sabaudia (Latina): Padova resta il cuore di questo sistema, che per i prossimi anni prevede anche l'acquisto di missili capaci di abbattere missili a testata nucleare in un raggio di 600 chilometri. È lo Scudo Spaziale chiamato Meads (Medium Extended Air Defense System) che l'Italia ha sviluppato insieme a Stati Uniti e Germania.
Batterie che verranno puntate verso la Russia, in una rete difensiva che avrà i suoi nodi a Padova, a Roma e a bordo del satellite Sicral-1B, lanciato la scorsa settimana da un poligono nel Pacifico e progettato per permettere le comunicazioni militari italiane e con gli alleati in ogni parte del mondo.
Ma ciò che più colpisce è il prezzo di questi programmi militari che l'Italia sta portando avanti senza troppo clamore.
Dalle cifre delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, risulta che il sistema di missili terra-aria Samp-T costa allo Stato italiano un miliardo e 30 milioni, i missili anti missile del Meads 595 milioni, mentre per il satellite Sicral-1B (il secondo della serie Sicral) sono stati spesi 240 milioni di euro e altri 300 sono già in corso di investimento per il Sicral-2, anch'esso militare e che dovrebbe entrare in orbita nel 2011. Totale, oltre due miliardi e 200 milioni di euro destinati alla difesa aerea tra Padova, Rovigo e il Friuli.
Questa rete, ampia e in corso di ammodernamento, coincide sempre più con la nuova disposizione delle forze armate Usa in Veneto. La Us Army, incontrando autorità regionali venete e friulane, ha più volte premuto per accelerare i lavori nelle autostrade, per favorire gli spostamenti delle truppe americane soprattutto da Vicenza alla base di Aviano. Ma il potenziamento della presenza statunitense va di pari passo con il rafforzamento delle difese italiane: Padova, oltre al comando antiaereo italiano, ha nei dintorni due stazioni radar Usa, una a Conselve l'altra sul Monte Venda. Procedono poi di pari passo lo Scudo spaziale degli Usa nell'Europa Orientale e lo scudo spaziale italiano, che vede il sistema Meads sviluppato in accordo tra Roma, Washington e Berlino nell'ambito del cosiddetto “ombrello della Nato”. Padova è il comando, Rovigo avrà i nuovi lanciatori montati su camion, Vicenza con il Dal Molin e Longare (comunicazioni e intelligence) diventa centro di coordinamento Usa per le missioni in Africa, oltre all'Afghanistan. Il Veneto si blinda contro i missili e da Padova occhi elettronici scrutano lo stesso cielo studiato dal curioso e stanco Galileo. Missili al posto di telescopi: anche se non si sa bene chi sia il nemico.
Marco Mostallino
E con le intese internazionali salta pure la gara di appalto
La crescita dei progetti militari è legata a doppio filo al sistema dei consorzi internazionali.
Accade per i missili Samp-T e Meads come per cannoni, aerei e navi da guerra. Italia, Stati Uniti, Francia, Germania e altri alleati progettano, ad esempio, un missile. E decidono di realizzarlo insieme. Creano un consorzio che, grazie alla sua natura internazionale, si dà regole proprie per contratti e appalti. In questo modo i governi, invece di bandire gare d'appalto dall'incerto vincitore, finanziano direttamente il consorzio il quale poi decide con quali aziende stipulare gli accordi per progettazione, costruzione, assemblaggio e acquisto. Così, tanto per citare solo la nuova difesa antimissile italiana, sono coinvolte tra le altre imprese dei gruppi Fiat e Finmeccanica (statale), poi Telespazio e industrie straniere. È il sistema degli accordi militari internazionali, nel quale spesso sono le stesse aziende a proporre ai governi nuovi sistemi d'arma, al punto che non si capisce più se siano le “esigenze della Difesa” a generare i contratti, oppure siano i contratti stessi a essere giustificati con “esigenze della Difesa”.
da carta est nord: http://www.estnord.it/content/view/106/1/
vedi mappa: link google
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Presentato come un sistema di difesa contro i possibili attacchi dei missili iraniani, il progetto degli Stati Uniti NMD – sistema missilistico nazionale, conosciuto come “Scudo spaziale” - è in realtà un’arma di offesa e mira alla militarizzazione ed al controllo dello spazio.
Come sostiene Noam Chomsky: “l’installazione da parte degli Stati Uniti di un sistema di difesa missilistica in Europa orientale è praticamente una dichiarazione di guerra, uno strumento per il dominio globale”. ubati i segreti del cacciabombardiere F-35. Una ragione in più _______________________________________________________________________________
Secondo il Wall Street Journal i segreti del caccia-bombardiere F-35 sarebbero stati rubati on line dagli hacker. Una ragione in più perché l'Italia non partecipi al programma di costruzione (a guida americana) di un cacciabombardiere costosissimo e a questo punto senza alcun senso. L'Italia acquisterà ben 131 F-35, per una spesa di oltre 15 miliardi di euro: una spesa folle in tempi di crisi finanziaria e di emergenza terremoto in Abruzzo. L'8 aprile scorso le Commissioni Difesa di Camera e Senato hanno espresso parere favorevole alla prosecuzione del programma di costruzione: la parola ora è al governo cui spetta l'ultima decisione. La campagna Sbilanciamoci! ha chiesto in questi giorni di bloccare questo programma faraonico e a questo punto totalmente inutile. Con gli stessi soldi che spendiamo per 131 cacciabombardieri taroccati (oltre che contrari all'art. 11 della Costituzione) potremmo ricostruire l'Abruzzo oppure costruire 45mila asili nido pubblici nel nostro paese, creando così 50mila posti di lavoro e dando un servizio ad 1 milione di famiglie per i loro neonati. Non sarebbe meglio?
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Un bell'articolo firmato da Marco Mostallino, uscito oggi nelle edizioni venete dei quotidiani Epolis, traccia un quadro preciso e per molti versi inquietante dei prossimi investimenti militari [italiani e non solo] a nordest. Lo «scudo spaziale» sviluppato dall'esercito italiano insieme a quelli di Stati Uniti e Germania avrà uno dei centri di comando principali proprio a Padova. In tempi di crisi, la Difesa italiana spende per la rete missilistica più di due miliardi di euro.
Sembra che Padova sia perfetta per guardare il cielo. Lo fece Galileo, con sete di scienza, lo fa oggi l'Esercito, con mire difensive e - incidentalmente, ma non troppo - con la conseguenza di generare appalti per miliardi di euro nell'industria militare.
Missili, satelliti, batterie montate su camion, radar: la difesa aerea di gran parte d'Italia è diretta dalla “Brigata Artiglieria Controaerei” che, dal comando di via Altinate, coordina uomini e mezzi in Veneto, Friuli ed Emilia.
Un settore che presto avrà un grande sviluppo: è prevista entro l'anno la consegna alla Brigata dei nuovi apparati antimissile chiamati Samp-T. Si tratta di sei sistemi di lancio semoventi, montati su camion Fiat-Iveco, dotati di 288 missili francesi Aster, capaci di abbattere un aereo a cento chilometri di distanza e un missile a venticinque.
Le batterie verranno dislocate nei reggimenti con sede a Rovigo, Mantova, Bologna e Sabaudia (Latina): Padova resta il cuore di questo sistema, che per i prossimi anni prevede anche l'acquisto di missili capaci di abbattere missili a testata nucleare in un raggio di 600 chilometri. È lo Scudo Spaziale chiamato Meads (Medium Extended Air Defense System) che l'Italia ha sviluppato insieme a Stati Uniti e Germania.
Batterie che verranno puntate verso la Russia, in una rete difensiva che avrà i suoi nodi a Padova, a Roma e a bordo del satellite Sicral-1B, lanciato la scorsa settimana da un poligono nel Pacifico e progettato per permettere le comunicazioni militari italiane e con gli alleati in ogni parte del mondo.
Ma ciò che più colpisce è il prezzo di questi programmi militari che l'Italia sta portando avanti senza troppo clamore.
Dalle cifre delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, risulta che il sistema di missili terra-aria Samp-T costa allo Stato italiano un miliardo e 30 milioni, i missili anti missile del Meads 595 milioni, mentre per il satellite Sicral-1B (il secondo della serie Sicral) sono stati spesi 240 milioni di euro e altri 300 sono già in corso di investimento per il Sicral-2, anch'esso militare e che dovrebbe entrare in orbita nel 2011. Totale, oltre due miliardi e 200 milioni di euro destinati alla difesa aerea tra Padova, Rovigo e il Friuli.
Questa rete, ampia e in corso di ammodernamento, coincide sempre più con la nuova disposizione delle forze armate Usa in Veneto. La Us Army, incontrando autorità regionali venete e friulane, ha più volte premuto per accelerare i lavori nelle autostrade, per favorire gli spostamenti delle truppe americane soprattutto da Vicenza alla base di Aviano. Ma il potenziamento della presenza statunitense va di pari passo con il rafforzamento delle difese italiane: Padova, oltre al comando antiaereo italiano, ha nei dintorni due stazioni radar Usa, una a Conselve l'altra sul Monte Venda. Procedono poi di pari passo lo Scudo spaziale degli Usa nell'Europa Orientale e lo scudo spaziale italiano, che vede il sistema Meads sviluppato in accordo tra Roma, Washington e Berlino nell'ambito del cosiddetto “ombrello della Nato”. Padova è il comando, Rovigo avrà i nuovi lanciatori montati su camion, Vicenza con il Dal Molin e Longare (comunicazioni e intelligence) diventa centro di coordinamento Usa per le missioni in Africa, oltre all'Afghanistan. Il Veneto si blinda contro i missili e da Padova occhi elettronici scrutano lo stesso cielo studiato dal curioso e stanco Galileo. Missili al posto di telescopi: anche se non si sa bene chi sia il nemico.
Marco Mostallino
E con le intese internazionali salta pure la gara di appalto
La crescita dei progetti militari è legata a doppio filo al sistema dei consorzi internazionali.
Accade per i missili Samp-T e Meads come per cannoni, aerei e navi da guerra. Italia, Stati Uniti, Francia, Germania e altri alleati progettano, ad esempio, un missile. E decidono di realizzarlo insieme. Creano un consorzio che, grazie alla sua natura internazionale, si dà regole proprie per contratti e appalti. In questo modo i governi, invece di bandire gare d'appalto dall'incerto vincitore, finanziano direttamente il consorzio il quale poi decide con quali aziende stipulare gli accordi per progettazione, costruzione, assemblaggio e acquisto. Così, tanto per citare solo la nuova difesa antimissile italiana, sono coinvolte tra le altre imprese dei gruppi Fiat e Finmeccanica (statale), poi Telespazio e industrie straniere. È il sistema degli accordi militari internazionali, nel quale spesso sono le stesse aziende a proporre ai governi nuovi sistemi d'arma, al punto che non si capisce più se siano le “esigenze della Difesa” a generare i contratti, oppure siano i contratti stessi a essere giustificati con “esigenze della Difesa”.
da carta est nord: http://www.estnord.it/content/view/106/1/
vedi mappa: link google
leggi anche: Sovranità limitata a nord-est _______________________________________________________________________________
Così le regioni del nord-est tornano ad essere in balia del Patto Atlantico, patto scellerato che ha visto negli anni muoversi gladiatori e stragisti. Interessi enormi in cui infrastrutture civili e basi militari si mescolano: Pedemontana veneta, Alta Velocità, aereoporto Dal Molin, Site Pluto, Aviano....
il tutto nel completo silenzio del mondo partitico sia regionale che nazionale!
Di seguito i link a quattro interviste raccolte da Man.Co. relative allo scudo missilistico e ai movimenti antimilitaristi:
Intervista a Alfonso Navarra
il tutto nel completo silenzio del mondo partitico sia regionale che nazionale!
Di seguito i link a quattro interviste raccolte da Man.Co. relative allo scudo missilistico e ai movimenti antimilitaristi:
Intervista a Alfonso Navarra
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Presentato come un sistema di difesa contro i possibili attacchi dei missili iraniani, il progetto degli Stati Uniti NMD – sistema missilistico nazionale, conosciuto come “Scudo spaziale” - è in realtà un’arma di offesa e mira alla militarizzazione ed al controllo dello spazio.
Come sostiene Noam Chomsky: “l’installazione da parte degli Stati Uniti di un sistema di difesa missilistica in Europa orientale è praticamente una dichiarazione di guerra, uno strumento per il dominio globale”. ubati i segreti del cacciabombardiere F-35. Una ragione in più _______________________________________________________________________________
Secondo il Wall Street Journal i segreti del caccia-bombardiere F-35 sarebbero stati rubati on line dagli hacker. Una ragione in più perché l'Italia non partecipi al programma di costruzione (a guida americana) di un cacciabombardiere costosissimo e a questo punto senza alcun senso. L'Italia acquisterà ben 131 F-35, per una spesa di oltre 15 miliardi di euro: una spesa folle in tempi di crisi finanziaria e di emergenza terremoto in Abruzzo. L'8 aprile scorso le Commissioni Difesa di Camera e Senato hanno espresso parere favorevole alla prosecuzione del programma di costruzione: la parola ora è al governo cui spetta l'ultima decisione. La campagna Sbilanciamoci! ha chiesto in questi giorni di bloccare questo programma faraonico e a questo punto totalmente inutile. Con gli stessi soldi che spendiamo per 131 cacciabombardieri taroccati (oltre che contrari all'art. 11 della Costituzione) potremmo ricostruire l'Abruzzo oppure costruire 45mila asili nido pubblici nel nostro paese, creando così 50mila posti di lavoro e dando un servizio ad 1 milione di famiglie per i loro neonati. Non sarebbe meglio?
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28.04.2009
"Basta Usa, non suono per voi"
Zimerman a Los Angeles interrompe il concerto. "No ai vostri missili nella mia Polonia"
Questa non ci voleva proprio, per rinfrescare il mito del pianista geniale ma eccentrico. Meglio ancora se si tratta di un bollente polacco, ovviamente impetuoso e iperpatriottico, in quest'epoca di cinesi tecnicamente perfetti ma di sangue freddissimo. Ed era dai tempi di Maurizio pollini che fa un comizio contro la guerra del Vietnam davanti alle sciure prima allibite e poi furibonde della Scala che non succedeva qualcosa di così ghiotto. Ma erano gli anni '70.
La scena si è svolta domenica alla Walt Disney Concerto Hall di Los Angeles. Protagonista uno dei maggiori pianisti del mondo, Krystian Zimerman. Nella prima parte del recital (una partita di Bach e la 111 di Beethoven), tutto regolare. Applausi, intervallo. Nella seconda,dopo la sostituzione di alcuni brani di Brahms con una sonata di Grazyna Bacewicz (che già non deve aver messo molto di buon umore il pubblico), il concerto si sarebbe dovuto concludere con le Variazioni su un tema popolare polacco di Szymanowski. Ma Zimerman non ha attaccato edè rimasto a lungo seduto in silenzio davanti al suo strumento. Poi si è scosso e, "in quiet but angry voice", narra il Los Angeles Times, ha sbottato: "Non posso suonare in una nazione il cui esercito vuole controllare il mondo intero. Giù le mani dal mio paese!", allusioni ai missili americani prossimi venturi in Polonia.
Poi Zimerman ha proseguito la sua polonaise accusando gli Stati Unito di una serie di nefandezze, Guantanamo compresa, e annunciando che non ci avrebbe mai più suonato. A questo punto, trenta o quaranta persone ne hanno avuto abbastanza e se ne sono andate urlando invettive, mentre altre applaudivano. Quando il tumulto si è placato, Zimmerman ha attaccato "con ferocia" (sempre il giornale) il suo Szymanowski. Alla fine, "non ci sono stati bis" (e vorremmo pure vedere) e l'artista è sparito.
Strano. I precedenti dei polacchi in america sono piuttosto di segno opposto. Proprio le tournée di Ignacy Jan Paderewski (acidamente ribattezzato Paperewski dai suoi detrattori, cosa che non gli impedì di diventare a Varsavia anche primo ministro) furono determinati per convincere l'opinione pubblica americana ad appoggiare l'indipendenza polacca dopo la Prima guerra mondiale. Ma Zimmerman è unanimemente considerato un eccentrico. Tiene non più di cinquanta recital all'anno e sempre con gli stessi Steinway. Li trasporta guidando personalmente un Tir e addirittura li porta sul palcoscenico con il suo "muletto". Proprio la sua ossessione per lo strumento è stata la causa di un precedente litigio con gli americani. Pochi giorni dopo l'11 settembre, un suo Steinway fu sequestrato all' aeroporto Kennedy di New York dove, nel clima di psicosi collettiva post attentati, la sicurezza trovò sospetto l'odore della colla del nobile strumento e lo distrusse. Da quel giorno, Zimmerman spedisce negli States i suoi pianoforti smontati e poi li rimonta con le sue mani d'oro. D'ora in avanti, potrà risparmiarsi la fatica.
Alberto Mattioli
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"Basta Usa, non suono per voi"
Zimerman a Los Angeles interrompe il concerto. "No ai vostri missili nella mia Polonia"
Questa non ci voleva proprio, per rinfrescare il mito del pianista geniale ma eccentrico. Meglio ancora se si tratta di un bollente polacco, ovviamente impetuoso e iperpatriottico, in quest'epoca di cinesi tecnicamente perfetti ma di sangue freddissimo. Ed era dai tempi di Maurizio pollini che fa un comizio contro la guerra del Vietnam davanti alle sciure prima allibite e poi furibonde della Scala che non succedeva qualcosa di così ghiotto. Ma erano gli anni '70.
La scena si è svolta domenica alla Walt Disney Concerto Hall di Los Angeles. Protagonista uno dei maggiori pianisti del mondo, Krystian Zimerman. Nella prima parte del recital (una partita di Bach e la 111 di Beethoven), tutto regolare. Applausi, intervallo. Nella seconda,dopo la sostituzione di alcuni brani di Brahms con una sonata di Grazyna Bacewicz (che già non deve aver messo molto di buon umore il pubblico), il concerto si sarebbe dovuto concludere con le Variazioni su un tema popolare polacco di Szymanowski. Ma Zimerman non ha attaccato edè rimasto a lungo seduto in silenzio davanti al suo strumento. Poi si è scosso e, "in quiet but angry voice", narra il Los Angeles Times, ha sbottato: "Non posso suonare in una nazione il cui esercito vuole controllare il mondo intero. Giù le mani dal mio paese!", allusioni ai missili americani prossimi venturi in Polonia.
Poi Zimerman ha proseguito la sua polonaise accusando gli Stati Unito di una serie di nefandezze, Guantanamo compresa, e annunciando che non ci avrebbe mai più suonato. A questo punto, trenta o quaranta persone ne hanno avuto abbastanza e se ne sono andate urlando invettive, mentre altre applaudivano. Quando il tumulto si è placato, Zimmerman ha attaccato "con ferocia" (sempre il giornale) il suo Szymanowski. Alla fine, "non ci sono stati bis" (e vorremmo pure vedere) e l'artista è sparito.
Strano. I precedenti dei polacchi in america sono piuttosto di segno opposto. Proprio le tournée di Ignacy Jan Paderewski (acidamente ribattezzato Paperewski dai suoi detrattori, cosa che non gli impedì di diventare a Varsavia anche primo ministro) furono determinati per convincere l'opinione pubblica americana ad appoggiare l'indipendenza polacca dopo la Prima guerra mondiale. Ma Zimmerman è unanimemente considerato un eccentrico. Tiene non più di cinquanta recital all'anno e sempre con gli stessi Steinway. Li trasporta guidando personalmente un Tir e addirittura li porta sul palcoscenico con il suo "muletto". Proprio la sua ossessione per lo strumento è stata la causa di un precedente litigio con gli americani. Pochi giorni dopo l'11 settembre, un suo Steinway fu sequestrato all' aeroporto Kennedy di New York dove, nel clima di psicosi collettiva post attentati, la sicurezza trovò sospetto l'odore della colla del nobile strumento e lo distrusse. Da quel giorno, Zimmerman spedisce negli States i suoi pianoforti smontati e poi li rimonta con le sue mani d'oro. D'ora in avanti, potrà risparmiarsi la fatica.
Alberto Mattioli
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molto intiresno, grazie
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