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28 luglio 2010

Il Veneto e le Ecomafie

E' uscito l'ultimo rapporto della Legambiente sugli illeciti ambientali: crescono anche in Veneto i reati su rifiuti e rischi di riciclaggio, ma di denaro sporco.

Ecomafia 2010. L’unico business immune alla crisi: bilanci sempre positivi e ampliamento dei flussi sulle rotte globali - rifiuti e cemento i settori al top - crescono i reati nel Veneto in materia di rifiuti e il rischio riciclaggio di denaro sporco nelle grandi opere.

Aumentano gli arresti (+ 43%, da 221 nel 2008 agli attuali 316) e gli illeciti accertati (28.576 oggi, 25.776 lo scorso anno) pari a 78 reati al giorno, cioè più di 3 l’ora. Aumentano del 33,4% le persone denunciate (da 21.336 a 28.472) e dell’11% i sequestri effettuati (da 9.676 a 10.737).
Nello specifico, si registra una decisa impennata di infrazioni accertate nel ciclo dei rifiuti (da 3.911 nel 2008 a 5.217 nel 2009), e un leggero calo nel ciclo del cemento (da 7.499 a 7.463), crescono i reati contro la fauna (+58% ) e i diversi reati contro l’ambiente marino e costiero. Stabile l’immenso giro d’affari, anche quest’anno, nonostante l’inasprirsi della crisi economica, pari a 20,5 miliardi di euro.

Nella classifica sull’illegalità ambientale del 2009, il Lazio sale al secondo posto (era al quinto nel 2008), soprattutto per i reati contro il patrimonio faunistico, mentre il suo territorio è sempre più esposto alle infiltrazioni dei clan, in particolare nel Sud pontino, con Latina che si attesta addirittura al terzo posto nella classifica provinciale del ciclo del cemento in Italia. Al primo posto stabile la Campania con 4.874 infrazioni accertate (il 17% sul totale nazionale). Al terzo posto la Calabria , con 2.898 infrazioni seguita dalla Puglia con 2.674 infrazioni. Scende di due posizioni la Sicilia , al quinto posto con 2.520 infrazioni accertate, mentre la Liguria si conferma come lo scorso anno, quale prima regione del Nord Italia con il maggior numero di reati: 1.231. Il Veneto è in 11^ posizione con 777 reati.

Con oltre 20,5 miliardi di euro di fatturato, l’ecomafia si conferma come una holding solida e potente. Eppure, la stima del fatturato globale dell’ecomafia risente quest’anno della mancata pubblicazione del dato sui rifiuti speciali nel Rapporto rifiuti 2010 dell’Ispra. Circostanza che ci impedisce di valutare economicamente la mole di rifiuti industriali spariti nel nulla e che, con ogni probabilità, sono finiti nel giro illegale dei trafficanti di monnezza, trasformandosi in moneta sonante.. Grazie all’abusivismo edilizio, la somma in nero accumulata, si conferma in 2 miliardi.

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Altro articolo: L'Ecomafia padana

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