In quell’occasione sia il pm Renata Carotenuto, che le altre parti esprimeranno la loro posizione. Quindi il gup prenderà la sua decisione. Il processo parte da un'indagine della Procura calabrese sull'ex fabbrica tessile (chiusa nel 2004) sia per il decesso degli operai che per la presenza nel suolo della fabbrica di un deposito abusivo di scarti nocivi di lavorazione. Secondo gli investigatori la forte incidenza di tumori fra gli ex operai ed impiegati potrebbe derivare dall'assenza, all'interno della fabbrica, di pareti divisorie fra i vari reparti. Sono stati iscritti al registro degli indagati gli ex dirigenti Pietro Marzotto, Antonio Favrin e Lorenzo Bosetti (questi limitatamente al filone di indagine sul deposito abusivo), Attilio Rausse, Carlo Lomonaco, Bruno Tarocco, Vincenzo Benincasa, Salvatore Cristallino, Ivo Comegna, Giuseppe Ferrari, Lamberto Priori, Ernesto Emilio Fugazzola, Silvano Storer, Jean De Jaegher. La richiesta di eccezione e di spostamento a Vicenza è stata avanzata dai difensori di questi ultimi due, i legali hanno anche prodotto una corposa documentazione a sostegno della loro tesi. Secondo i difensori la politica aziendale della Marlane veniva decisa nella sede legale del gruppo Marzotto, che si trova a Valdagno, in provincia di Vicenza. Da qui la richiesta di spostare il processo in quella sede. Prima di procedere al rinvio, il gup ha anche ammesso la quasi totalità delle parti civili, ad eccezione delle associazioni «Forum ambientalista» e «Medicina democratica». Sono stati ammessi, oltre ai familiari delle vittime e ai dipendenti che si sono ammalati (in tutto circa 300 persone costituitesi parte civile), i sindacati e altre associazioni ambientaliste tra le quali Legambiente ed il Wwf. La precedente udienza era stata rinviata su richiesta di Niccolò Ghedini, legale di uno degli imputati e parlamentare Pdl, che aveva chiesto il rinvio la mattina dell'udienza per impegni a Roma.
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