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13 novembre 2010

Il Nordest resta una periferia

Politica ed economia non hanno riscattato il territorio

CONTINUA a piovere nel Veneto. A Caldogno, Cresole, Rettorgole Lobbia. E a Vicenza. Dove il Bacchiglione è esondato a Ognissanti. Ha sommerso case, botteghe, aziende, garage. L'acqua è arrivata improvvisa, violenta e limacciosa. Ha fatto danni pesanti. Alle abitazioni, alle attività, alle cose. Alcune persone sono morte. Migliaia di sfollati. Al proposito ho scritto una Bussola 1 (su Repubblica. it) quasi una settimana fa. In tempo reale. Come alcuni sanno, io abito a Caldogno, anche se il lavoro mi porta spesso - anzi: prevalentemente - lontano. L'alluvione mi ha sfiorato. Si è fermata a pochi chilometri da me. La strada che attraversa Rettorgole e si dirige a Vicenza ora è transitabile. Ma ai lati, ammassate, vi sono ancora le cose - mobili, elettrodomestici e altri oggetti - abbandonate dai residenti. Distrutte dall'acqua e dal fango.

La strada per Cresole, invece, è ancora chiusa. Vi transitano solo i residenti e i mezzi della protezione civile. Prima di arrivare a Ponte Marchese, al confine tra Caldogno e Vicenza, sulla destra si scorge il presidio dei No Dal Molin. Il Bacchiglione non l'ha risparmiato. "Presidia" la base americana, che, intanto, cresce a vista d'occhio.
Oggi quell'area, a differenza di un tempo, non funziona più da bacino dove si scaricano le acque del Livelon (così si chiama il Bacchiglione da queste parti) quando è in piena. È impermeabilizzata, per motivi di sicurezza. Così la "grande onda" è scivolata via, sempre più gonfia. E si è abbattuta su Vicenza senza ostacoli, senza freni, senza limiti. Quando si è capito che l'acqua stava davvero uscendo dall'argine, scavalcava il Ponte degli Angeli, invadeva piazza Matteotti, Santa Lucia e i dintorni: era troppo tardi per difendersi. Continua su Repubblica.it

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