Più di 6mila cave e 888 cementifici. Altraeconomia lancia l'allarme
"I numeri che forniamo - spiega l'autore dell'inchiesta, Luca Martinelli, all'agenzia Dire-Redattore sociale - vogliono essere uno strumento per discutere delle problematiche sociali e ambientali legati a questi settori".
Punto di partenza di questa colata grigia, sono le cave. "Un'attività molto redditizia - spiega Martinelli - e questo fa sì che per avere la possibilità di continuare a estrarre materiale si arrivi a violare norme che tutelano l'ambiente". Oppure che si trovi un modo per aggirarle. Nel libro è riportato ad esempio il caso dei 46 laghetti artificiali per la piscicoltura o la pesca sportiva realizzati in Lombardia negli ultimi 10 anni: "I comuni davano il via libera alla realizzazione del laghetto che però, di fatto, era una cava mascherata - spiega Martinelli -. Alcuni hanno una profondità di 26 metri".
Oltre alle cave ci sono poi i cementifici: spesso, di fatto, inceneritori mascherati. "Sono diventati spazi dove bruciare i rifiuti - spiega Luca Martinelli -. Invece del carbone o del metano, utilizzano i rifiuti e vengono anche pagati per questa attività di smaltimento". Ovviamente l'utilizzo di questi "combustibili alternativi" rappresenta solo una parte di quanto finisce nelle caldaie degli 88 cementifici attivi in Italia: meno del 10% del totale, pari a 1,46 milioni di tonnellate (2008, ultimo dato disponibile). "Ma potrebbero arrivare a bruciare dieci volte tanto: 19,6 milioni di tonnellate", conclude Martinelli.
Protagonisti attivi dell'inchiesta sono anche centinaia di comitati che si battono contro la devastazione del territorio (molti dei quali hanno aderito alla campagna "Stop al consumo di suolo") e che hanno contribuito al lavoro d'inchiesta. "L'obiettivo è costruire una mappa concettuale che permetta di capire dove agire per frenare la cementificazione e le altre forme di attacco al territorio", conclude Martinelli. Nei "titoli di coda", infine, un dialogo sulla tutela del paesaggio con Salvatore Settis.
www.rassegna.it
"I numeri che forniamo - spiega l'autore dell'inchiesta, Luca Martinelli, all'agenzia Dire-Redattore sociale - vogliono essere uno strumento per discutere delle problematiche sociali e ambientali legati a questi settori".
Punto di partenza di questa colata grigia, sono le cave. "Un'attività molto redditizia - spiega Martinelli - e questo fa sì che per avere la possibilità di continuare a estrarre materiale si arrivi a violare norme che tutelano l'ambiente". Oppure che si trovi un modo per aggirarle. Nel libro è riportato ad esempio il caso dei 46 laghetti artificiali per la piscicoltura o la pesca sportiva realizzati in Lombardia negli ultimi 10 anni: "I comuni davano il via libera alla realizzazione del laghetto che però, di fatto, era una cava mascherata - spiega Martinelli -. Alcuni hanno una profondità di 26 metri".
Oltre alle cave ci sono poi i cementifici: spesso, di fatto, inceneritori mascherati. "Sono diventati spazi dove bruciare i rifiuti - spiega Luca Martinelli -. Invece del carbone o del metano, utilizzano i rifiuti e vengono anche pagati per questa attività di smaltimento". Ovviamente l'utilizzo di questi "combustibili alternativi" rappresenta solo una parte di quanto finisce nelle caldaie degli 88 cementifici attivi in Italia: meno del 10% del totale, pari a 1,46 milioni di tonnellate (2008, ultimo dato disponibile). "Ma potrebbero arrivare a bruciare dieci volte tanto: 19,6 milioni di tonnellate", conclude Martinelli.
Protagonisti attivi dell'inchiesta sono anche centinaia di comitati che si battono contro la devastazione del territorio (molti dei quali hanno aderito alla campagna "Stop al consumo di suolo") e che hanno contribuito al lavoro d'inchiesta. "L'obiettivo è costruire una mappa concettuale che permetta di capire dove agire per frenare la cementificazione e le altre forme di attacco al territorio", conclude Martinelli. Nei "titoli di coda", infine, un dialogo sulla tutela del paesaggio con Salvatore Settis.
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