Si voterà il referendum sul nucleare. La Corte di Cassazione ha accolto l'istanza presentata dai promotori, che chiedeva di trasferire il quesito dalla legge precedente alle nuove norme appena votate dal parlamento nel decreto-omnibus: quindi la richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma si applicherà appunto alle nuove norme sulla produzione di energia nucleare. In pratica il referendum, il prossimo 12 e 13 giugno, si svolgerà sui commi 1 e 8 dell'articolo 5 del decreto omnibus. Soddisfazione da parte dell'avvocato Gianluigi Pellegrino, legale del Pd. «Si afferma la forza serena della Costituzione contro il tentativo giuridicamente maldestro di raggirare il corpo elettorale, cioè 40 milioni di cittadini». Resta solo il dubbio a questo punto sui tempi tecnici necessari per cambiare il testo delle schede.
«Questa volta le furberie alle spalle degli italiani non passano. La Cassazione censura l'arroganza del governo e riconsegna nelle mani dei cittadini il diritto a decidere sul nucleare e del proprio futuro». Il Comitato "Vota Sì per fermare il nucleare", oltre 80 associazioni a favore del referendum contro il ritorno all'atomo, plaude alla decisione della Corte, che «ha arginato i trucchi e gli ipocriti "arrivederci" al nucleare e ha ricondotto la questione nell'alveo delle regole istituzionali, contro l'inaccettabile tentato scippo di democrazia». Secondo le associazioni «oggi ha vinto lo spirito democratico e referendario, hanno vinto gli italiani, che potranno esprimersi e cacciare definitivamente lo spettro del nucleare dall'Italia. Domenica prossima tutti al voto contro il nucleare e per l'acqua pubblica!»
«Dopo la decisione della Corte di Cassazione ora la parola passi al popolo». Lo afferma il responsabile Energia della Cgil, Antonio Filippi, dopo la decisione assunta dalla Corte che oggi ha dato il via libera al referendum sul nucleare per il 12 e 13 giugno. «Siamo certi -prosegue il sindacalista- che ci sarà una grande partecipazione al voto per dire Si all'acqua come bene comune e diritto universale, Sì per fermare definitivamente il nucleare che il governo voleva imporre e Sì perchè la legge deve essere uguale per tutti senza eccezione alcuna», conclude Filippi.
fonte Il Manifesto
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