Il sistema idrico del Mugello compromesso per una manciata di minuti di velocità nemmeno sicuri. Per soli 22 minuti guadagnabili teoricamente sulla linea ferroviaria ad alta velocità, tra Bologna e Firenze, il dio progresso ha voluto il suo tributo, pagato a caro prezzo, con l'acqua. È la storia del Mugello, prosciugato dai danni ingenti che la Tav ha causato scavando le sue gallerie. A fine 2009 i treni Frecciarossa hanno iniziato a percorrere la tratta appenninica. Ci sono voluti quasi 15 anni per completare la maxi-opera che Fs e Tav, appoggiate ai General Contractors Iri, Eni e Fiat, hanno affidato al consorzio Cavet di Pianoro. Tre lustri di passione e processi. L'assetto idrogeologico del Mugello risulta irrimediabilmente devastato. Sorgenti essiccate, torrenti senza più acqua, dichiarati biologicamente morti. È il caso del Diaterna, nel Comune di Firenzuola, dove sono andati a finire i fanghi contaminati, presenti nelle acque drenate dalle gallerie. Il bilancio dell'impatto sul sistema idrico è apocalittico: 100 chilometri d'acqua persi. Le falde acquifere sono precipitate, a volte fino a trecento metri, con conseguente disseccamento della vegetazione di superficie e morte dei pesci che popolavano i corsi d'acqua.
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