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16 settembre 2011

EFFETTO PIRUBI SUD – Il “caso DESPAR”

L’autostrada A31 Sud non è ancora completata ma già si colgono i segnali dei futuri danni ambientali, paesaggistici e, soprattutto, economici.

Il “caso DESPAR”.

La chiamano PIRUBI dai cognomi dei tre potenti democristiani che la vollero (Piccoli, Rumor, Bisaglia).
Avrebbe dovuto unire Trento a Rovigo ma, fin’ora, i Trentini si sono opposti alla realizzazione del tratto di loro competenza. Solo il tratto Piovene – Vicentino, costruito tra il 1972 ed il 1976, è percorribile. Da qualche anno è in costruzione il tratto meridionale Vicenza – Rovigo.

Da sempre strada e autostrade sono state “vegetazione pioniera” in grado di preparare il terreno per lo sviluppo di ben più impattanti “vegetazioni cementizie”. È così che il settentrione della provincia ha avuto il suo sviluppo industriale, dal “bum” degli anni ’60 ad oggi, con la crescita di insediamenti industriali lungo le principali vie di transito, PIRUBI compresa, mentre il meridione rimaneva prevalentemente agricolo, a causa della mancata realizzazione del ramo Sud.

Con queste premesse, ci si dovrebbe chiedere se la popolazione del meridione agricolo e “arretrato” desideri l’industrializzazione del proprio territorio o non ritenga la propria attuale situazione ambientale ed economica non peggiore, o addirittura migliore di quella del settentrione industriale “progredito”.

Ma i nostri amministratori sembrano propensi a decidere loro le sorti di questo territorio, senza curarsi del parere della popolazione.

L’Amministrazione Provinciale di Vicenza ha adottato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) che prevede, tra l’altro, una “pianificazione strategica” per il territorio circostante i caselli autostradali per un raggio di 2 km attorno agli stessi.

Con questa “pianificazione strategica” in sostanza, la Regione del Veneto si riprende (in questi ambiti specifici) il potere decisionale che, con la prossima approvazione del PTCP dovrà cedere alla Provincia*.
Potrà così gestire tali territori con maggiore disinvoltura rispetto a quanto avrebbero potuto fare Provincia e Comuni, più dipendenti dal voto locale e, per questo, più propensi a fare l’interesse della popolazione.

Nel frattempo è in preparazione la prima tappa della corsa alla cementificazione. La multinazionale della grande distribuzione alimentare DESPAR ha chiesto al Comune di Longare, nel cui territorio si sta realizzando il primo svincolo, di poter costruire un centro logistico (leggi deposito di merci) su un terreno agricolo di circa 450.000 m2.
L’area scelta per il centro logistico è classificata dal vigente Piano Regolatore Generale (PRG) come zona agricola E2 soggetta a tutela ai sensi della legge regionale numero 24 del 1985 che prevede, con notevoli limitazioni nelle dimensioni, la costruzione di abitazioni, annessi rustici (stalle, fienili etc.), allevamenti ed edifici agro-industriali. La legge, che non a caso, ha per titolo TUTELA ED EDIFICABILITA’ DELLE ZONE AGRICOLE, nell’articolo 11 stabilisce che <>. Ciò detto, appare evidente che l’insediamento voluto da DESPAR è in totale contrasto con la legge urbanistica vigente.

Il Comune di Longare sta per portare a compimento la pianificazione del proprio territorio secondo la “nuova” normativa urbanistica (LR11/2004) e, dopo l’approvazione del Piano di Assetto del Territorio (PAT), si accinge alla realizzazione del Piano di Intervento (PI). Questa nuova pianificazione non sembra voler variare di molto la situazione ambientale e paesaggistica di un territorio che comprende aree di notevole interesse paesaggistico e culturale. Nei confronti delle aree agricole sembra voler consentire solamente il cambio di destinazione d’uso di aree ed edifici non più utilizzati a scopo agricolo e da convertire ad usi abitativi e turistico-alberghieri.

Ma il Comune ha da tempo sottoscritto un accordo di programma con Comuni confinanti, Provincia e Regione. Tale accordo è la necessaria premessa per la realizzazione della pianificazione strategica di cui sopra.

Il piano strategico si chiama “Parco eco-industiale”. Verrà approvato dalla Regione che potrà così annullare in un sol colpo tutte le tutele previste. Anche la DESPAR troverà il suo spazio nel “parco” e si darà così inizio al progresso industriale del fin’ora “sfortunato”, meridione vicentino.

Poco importa che terreni fertili e rigogliosi saranno coperti di cemento e asfalto, poco importa che i Comuni Berici abbiano già da molti anni altre zone industriali non ancora sature o occupate da capannoni vuoti.
Poco importa se l’impermeabilizzazione del suolo renderà più gravi i danni della prossima alluvione.
Inoltre, per quanto riguarda la DESPAR, che pure non è il vero problema visto che la volontà cementificatoria dei nostri amministratori prescinde dal committente/destinatario delle opere, vale la pena di leggere l’articolo “SI SCRIVE DESPAR. SI LEGGE MAFIA?” su www.lavocedellevoci.it.

*La legge prevede che, con l’approvazione del piano provinciale le competenze in materia urbanistica e di pianificazione del territorio passino alla Provincia, in sostanza la provincia approverà i prossimi PAT e le loro varianti. Con la “pianificazione strategica la regione conserva la possibilità di intervenire in ambiti specifici come, ad es. le aree circostanti i caselli autostradali per 2 km di raggio.

Marco Manferrari - vicenzainsieme.it

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