Un corteo di 600 "indignati" raggiunge la Prefettura contro le leggi repressive di Maroni
30 / 10 / 2011
Dopo i fatti accaduti durante la manifestazione del 15 ottobre a Roma in cui pochi soggetti hanno cercato di strumentalizzare quel corteo si è scatenata una campagna sul ritorno alle leggi speciali e sull'introduzione di nuove misure repressive nei confronti di chi manifesta.
Questa sera, a Vicenza, cittadini indignati sono tornati in piazza per dire che nessuno ha il diritto di limitare la nostra libertà di manifestare contro le politiche di austerity che questo governo sta mettendo in campo per conto della BCE e dei mercati finanziari.
Circa 600 persone si sono date appuntamento in Piazza Matteotti,con bandiere e striscioni e con la voglia di riprendersi le strade, nonostante i divieti che vorrebbero imporre dal Ministero dell'Interno. Il corteo, rumoroso e colorato, ha attraversato il Corso Palladio pieno di gentecome ogni Domenica pomeriggio. Accompagnata dalla musica hip-hop di un gruppo di ragazzi, la manifestazione ha raggiunto la Prefettura di Vicenza. Qui è stata letta una lettera che la prossima settimana verrà consegnata al prefetto di Vicenza. La lettera vuole esprimere il dissenso nei confronti delle misure restrittive che il governo vuole mettere in campo verso la libertà di manifestare. Davanti alla Prefettura è stata quindi organizzata un'assemblea pubblica alla quale sono intervenuti partiti, associazioni, movimenti, studenti che hanno dato vita a questa giornata. Una giornata che è stata costruita nelle tante assemblee che si sono svolte nella provincia di Vicenza e a cui in tanti hanno partecipato.
Il comitato No Pedemontana ha lanciato, per il 5 novembre la manifestazione a Mason, ,pochi giorni prima dell'inizio del cantiere della nuova autostrada.
Gli studenti hanno lanciato i prossimi appuntamenti tra i quali la manifestazione del 17 novembre in occasione della giornata internazionale del diritto allo studio.
Al corteo hanno partecipato anche la Fiom, Montecchio Slegata, Csa Arcadia e altre associazioni e partiti.
Tutti uniti per dire no alle leggi repressive e per costruire invece un alternativa di società.
I video degli interventi a questo link
Dopo i fatti accaduti durante la manifestazione del 15 ottobre a Roma in cui pochi soggetti hanno cercato di strumentalizzare quel corteo si è scatenata una campagna sul ritorno alle leggi speciali e sull'introduzione di nuove misure repressive nei confronti di chi manifesta.
Questa sera, a Vicenza, cittadini indignati sono tornati in piazza per dire che nessuno ha il diritto di limitare la nostra libertà di manifestare contro le politiche di austerity che questo governo sta mettendo in campo per conto della BCE e dei mercati finanziari.
Circa 600 persone si sono date appuntamento in Piazza Matteotti,con bandiere e striscioni e con la voglia di riprendersi le strade, nonostante i divieti che vorrebbero imporre dal Ministero dell'Interno. Il corteo, rumoroso e colorato, ha attraversato il Corso Palladio pieno di gentecome ogni Domenica pomeriggio. Accompagnata dalla musica hip-hop di un gruppo di ragazzi, la manifestazione ha raggiunto la Prefettura di Vicenza. Qui è stata letta una lettera che la prossima settimana verrà consegnata al prefetto di Vicenza. La lettera vuole esprimere il dissenso nei confronti delle misure restrittive che il governo vuole mettere in campo verso la libertà di manifestare. Davanti alla Prefettura è stata quindi organizzata un'assemblea pubblica alla quale sono intervenuti partiti, associazioni, movimenti, studenti che hanno dato vita a questa giornata. Una giornata che è stata costruita nelle tante assemblee che si sono svolte nella provincia di Vicenza e a cui in tanti hanno partecipato.
Il comitato No Pedemontana ha lanciato, per il 5 novembre la manifestazione a Mason, ,pochi giorni prima dell'inizio del cantiere della nuova autostrada.
Gli studenti hanno lanciato i prossimi appuntamenti tra i quali la manifestazione del 17 novembre in occasione della giornata internazionale del diritto allo studio.
Al corteo hanno partecipato anche la Fiom, Montecchio Slegata, Csa Arcadia e altre associazioni e partiti.
Tutti uniti per dire no alle leggi repressive e per costruire invece un alternativa di società.
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