Nel Montebellunese i cantieri partiranno nel settembre 2013 ma c’è un problema: il sistema di smaltimento acque piovane
Tutti i liquidi della strada causerebbero inquinamento
Il tracciato poggia sopra terreni molto permeabili
«Pedemontana, nel Montebellunese e nella Castellana, cantieri in settembre 2013». Ma intanto spunta la grana «falda» e c'è pure un altro ricorso.
Il cantiere della Pedemontana veneta, secondo l'amministrazione di Montebelluna, arriverà in zona dopo l'estate del prossimo anno. Il dato è emerso l'altro giorno in occasione di un sopralluogo effettuato in città dai tecnici della società cui il lavoro è stato appaltato, giunti allo scopo di studiare il possibile tracciato del sottopasso di via Piave. «Per quanto riguarda l'avvio dei lavori -spiega l'assessore ai lavori pubblici Renato Rebellato- la data di settembre 2013 ci è stata indicata come probabile. A proposito del tracciato del sottopasso di via Piave, i tecnici sembrano condividere l'ipotesi che questo venga realizzato con una curva a sud rispetto a via Piave». Ciò consentirebbe di evitare il blocco del traffico in una strada molto trafficata ma anche di rinunciare ad una pendenza eccessiva.
Ma i Comitati non sono così convinti che la strada verso la superstrada sia in discesa. Anzi. Elvio Gatto, referente provinciale dei Comitati per una viabilità sostenibile, ribatte. «A metà aprile il Tar del Lazio si esprimerà su un nuovo ricorso firmato da 41 cittadini (qui). Poi, il 19 giugno (qui), il Consiglio di Stato emetterà una sentenza sul merito di quelli che lo hanno preceduto. Insomma, potremmo tornare ad una situazione anteriore al 2009».
Anche perché nel caso Pedemontana ora spunta, in fase di stesura dell'esecutivo, anche l'ultima «grana», quella della falda. In sostanza, il sistema di smaltimento delle acque piovane nell'arteria, così come è previsto, rischierebbe di mettere a repentaglio la falda, dato che poggia su un processo di infiltrazione nella falda stessa. «Immaginiamo -dicono Gatto e colleghi- una pioggia battente, un incidente stradale con conseguente tamponamento e un ribaltamento di una cisterna per il trasporto di prodotti chimici o idrocarburi, sotto la pioggia battente i liquidi fuoriescono e vengono smaltiti in falda direttamente.
Tutto questo risultava da anni secondo le denunce e gli allarmi presentati da parte dei cittadini aderenti ai comitati del vicentino e del trevigiano. È ovvio che ogni responsabilità va ascritta a chi ha almeno omesso di applicare le prescrizioni Cipe nel progetto definitivo e che sono state superate grazie alla nomina del Commissario Straordinario».
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* PERICOLI ANNUNCIATI: falde acquifere a rischio con la Pedemontana
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