L'eurodeputato
Andrea Zanoni presenta un'interrogazione per chiedere alla Commissione
europea l'apertura di un'inchiesta sui termini della concessione dei
lavori che prevedono che a pagare in caso di traffico insufficiente sia
la Regione.
“Sospetta
violazione della direttiva Ue sugli appalti pubblici. Ennesimo problema
della Pedemontana. La Regione rinunci prima che sia troppo tardi”
L'eurodeputato ALDE Andrea Zanoni chiede
alla Commissione europea di aprire un'indagine sul corpo del contratto
di concessione, progettazione, costruzione e gestione della Superstrada
Pedemontana Veneta che potrebbe violare la direttiva 2004/18/CE sulle
“procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di
forniture e di servizi” per la clausola che prevede una compensazione
economica da parte della Regione Veneto alla ditta costruttrice in caso
di volume di traffico, e quindi di pedaggi, insufficiente. “Alla
Società Superstrada Pedemontana Veneta S.P.V. è stato fatto un regalo
spropositato con i soldi dei cittadini, che si troveranno a pagare nel
caso non ci sia abbastanza traffico, un vero e proprio paradosso”.
In base allo schema della convenzione
che disciplina la costruzione e gestione della Pedemontana in regime di
concessione, così come dichiarato dal commissario dell'opera, sono
previsti alcuni meccanismi volti a spostare il rischio imprenditoriale
legato all’opera dal concessionario (la Società Superstrada Pedemontana
Veneta S.P.V. s.r.l.) al concedente (la Regione del Veneto). Nel
particolare, verrebbe previsto l’obbligo per il concedente di garantire
al concessionario l’equilibrio economico finanziario dell’accordo anno
per anno attraverso la cessione di somme di denaro con rate semestrali
nel caso in cui i pedaggi risultino inferiori a 25mila veicoli al
giorno.
“In questo modo vengono cambiate le regole del cosiddetto project financing della convenzione stessa – attacca Zanoni – Il
risultato è che sulla Regione, quindi sulle casse pubbliche, vengono
scaricate tutte le spese dei mancati introiti privati che, in questo
caso, corrispondo a un aumento del traffico automobilistico e quindi
dell'inquinamento”.
Zanoni fa presente che secondo la
giurisprudenza della Corte di Giustizia Ue, proprio nell’elemento della
sussistenza del rischio in capo al concessionario risiede la distinzione
tra il “contratto di concessione di lavori o servizi pubblici” e quello
di “appalto pubblico”, discrimine che, come ha chiarito la Corte
stessa, va valutato esclusivamente alla stregua del diritto comunitario a
garanzia della concorrenza nell’Ue. “Ecco che l'Italia è già stata
condannata in passato dalla Corte per violazione delle direttive
92/50/CEE e 93/37/CEE, ora confluite nella direttiva 2004/18/CE, a causa
del mancato rispetto delle procedure previste”.
“Oltre al danno economico di una
convenzione per la quale a pagare saranno i cittadini veneti, rischia di
aggiungersi una bella multa europea – conclude Zanoni – E tutto per fare un regalo ai costruttori di una strada che già di per se avrà un impatto devastante su tutto il territorio”.
Zanoni aveva presentato già due
interrogazioni sulla Pedemontana Veneta denunciando alla Commissione
europea la sospetta violazione delle direttive europee ambientali,
gestione idrica e accesso all'informazione. Il Commissario Ue
all'Ambiente Janez Potočnik aveva risposto all'eurodeputato che “la
Commissione ha avviato un’indagine su un’eventuale violazione delle
disposizioni della direttiva 2003/4/CE” sull’accesso del pubblico
all’informazione ambientale da parte del progetto sulla Pedemontana.
“Insomma si tratta di un progetto sul quale i sospetti di illegittimità sono innumerevoli”, conclude Zanoni.
Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni
Email stampa@andreazanoni.it
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