I carabinieri hanno perquisito ieri la sede della Mestrinaro. L’accusa è
quella di non aver trattato metalli pesanti ma averli usati per
l’asfalto. 5 indagati
MESTRE. Vanadio, cobalto, nichel e cromo. Materiali fortemente
inquinanti scoperti con un'indagine dei carabinieri del Nucleo operativo
ecologico (Noe) di Venezia che ha portato al sequestro di un'azienda di
smaltimento rifiuti e alla denuncia di cinque persone. Al centro
dell'indagine, per il reato di traffico illecito di rifiuti, la
Mestrinaro Spa di Zero Branco (Treviso). Secondo le accuse della procura
della Repubblica di Venezia l'azienda comprava i rifiuti inquinanti da
altre ditte come la Intesa 3 di Susegana e la Adriatica Strade
Costruzioni generali. Poi, però, non li inertizzavano o smaltivano, come
prescritto dalla legge, ma li rivendevano come compost usato per i
manti stradali, come per la terza corsia della A4. La Mestrinaro ha
trattato 40 mila tonnellate di rifiuti illeciti. Indagate cinque
persone: Lino e Mario Mestrinaro, Italo Battistella, dipendente
dell'ufficio ambiente della ditta di Zero Branco, Loris Guidolin di
Adriatica e Maurizio Girolamo di Intesa 3. Che ne sarà della terza
corsia dell’A4, l’autostrada più frequentata del Nordest? Lo
stabiliranno gli esami e i carotaggi, i cui risultati stabiliranno se e
come intervenire con opere di bonifica.
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