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05 luglio 2013

Pedemontana Chiesti allo Stato 330 milioni di euro

GRANDI OPERE. La Regione in attesa del nuovo decreto governativo Sono gli extra-costi dovuti alle richieste dei sindaci Permetterebbero di chiudere il quadro finanziario 
04/07/2013 

La Regione è in attesa del decreto del Consiglio dei Ministri che stabilirà la cifra destinata alla Pedemontana «per consentire la continuità del cantiere». Quello che era noto, fin da dalla serata del 15 giugno quando il Governo approvò il “decreto fare” con le misure per il rilancio economico del Paese, era che l'asse autostradale della Pedemontana veneta era inserito nel provvedimento, in cui figurava la destinazione di un fondo di 2,03 miliardi per la prosecuzione di opere stradali o l'avvio di nuovi cantieri. 

Ad oggi non si conosce ancora quanto il Governo stanzierà di nuovo per la realizzazione dei 94 chilometri della superstrada a pedaggio realizzata in project financing da Montebello Vicentino a Spresiano nel Trevigiano. Ma emerge quanto ha chiesto la Regione al Governo: 330 milioni di euro. In pratica quasi il doppio del finanziamento pubblico già destinato all'arteria e fissato in 170 milioni, di cui una trentina già erogati tramite la Regione al concessionario italo spagnolo Sis che sta realizzando l'opera. Concessionario che di recente, pur proseguendo con i lavori, aveva denunciato una certa sofferenza economica per la difficoltà a vedersi erogati i mutui bancari a causa della mancata approvazione del Pef, Piano economico e finanziario. 

IL DECRETO. La cifra chiesta dalla Regione ammonta appunto a 330 milioni. Non è un numero casuale. Si tratta in buona sostanza della differenza tra i costi risultati dal progetto preliminare pari a 1,809 miliardi e quelli del definitivo lievitati a 2,130 miliardi, maggiorazione come è stato a più riprese evidenziato dovuta dalle richieste di opere accessorie da parte dei sindaci per attutire il passaggio dell'arteria sul territorio. Le risorse mancanti alla realizzazione definitiva dell'arteria tengono ancora in scacco l'approvazione del piano economico finanziario della Regione e di conseguenza tengono legati i cordoni delle banche. A sorpresa 15 giorni fa il decreto del Governo ha dedicato un capitolo alle infrastrutture con un fondo sblocca-cantieri in cui è stata inserita anche la Pedemontana veneta. 

I TEMPI. Quando verrà approvato l'ulteriore decreto e quale sarà la somma indicata per la Pedemontana non è al momento ancora noto. «Presumiamo in tempi brevi - riferisce il commissario governativo per la realizzazione dell'opera, il dirigente regionale Silvano Vernizzi - la condizione è che i progetti esecutivi siano conclusi a fine anno, quindi si presume che la cifra sia concessa in tempi brevi, magari a luglio, forse a settembre, comunque entro fine anno». La previsione è tutto cassa, sul quantum non c'è ancora indicazione. «Vedremo se la cifra richiesta ci sarà concessa - aveva peraltro già detto Vernizzi - ma se anche sarà minore troveremo il modo di chiudere il quadro finanziario. 

DEFISCALIZZAZIONE. Più difficile sembra a questo punto percorrere la strada della defiscalizzazione, la soluzione tecnica a cui si stava lavorando in questi mesi consentita da un provvedimento del precedente Governo Monti: permettere in buona sostanza al Consorzio Sis, una volta terminata l'opera, di non versare allo Stato l'Iva sui pedaggi introitati, ma di mantenerla in cassa recuperando così i maggiori costi sostenuti nella fase di realizzazione dell'opera. Più concreto questo finanziamento governativo, soldoni tondi e diretti «per consentire la continuità dei cantieri in corso». La Regione ha puntato al massimo per coprire la differenza mancante e sbloccare in modo definitivo l'opera. Ora attende.

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