L'antefatto.
Alcuni mesi fa la regione veneto chiede un finanziamento pubblico di 330 milioni di euro per poter continuare la costruzione della Autostrada Pedemontana Veneta - SPV.
Pareva infatti da notizie di stampa e da voci raccolte nei paesi, che SIS, il consorzio di imprese (concessionario) che si occupa della costruzione e della gestione futura dell'autostrada, non navigasse finanziariamente in buone acque, tanto che molte aziende che lavorano per esso in subappalto, non venendo pagate avevano rallentato di conseguenza i ritmi e gli impegni.
La norma salva-cantieri contenuta nel decreto del fare elargisce i 330 milioni richiesti con in più un inaspettato regalino di 40 milioni.
Condizione per avere i soldi è che venga depositato il progetto esecutivo dell'intera opera entro la fine dell'anno in corso. In pratica in tre mesi deve essere fatto il lavoro che Vernizzi e il suo staff non sono stati in grado di fare in tre anni.
In aggiunta, tale lavoro deve essere fatto bene perché la Conte dei Conti che controllerà il progetto finale non deve trovare da ridire, col rischio di bloccare ulteriormente i lavori o addirittura i finanziamenti.
Il (mis)fatto.
Sull'onda della campagna nazionale di opinione sulla violenza di genere in particolare contro le donne, il governo Letta-Alfano vara una legge, che il parlamento approva, sul cosiddetto "Femminicidio".
Questa legge si rivela però un uovo di Pasqua con dentro diverse sorprese (alcune tossiche) come ad esempio: proroga dei commissari straordinari che reggono le province, disposizioni per il potenziamento dei vigili del fuoco e soprattutto norme relative alla protezione civile (art. 10) il cui risultato più immediato è la sottrazione alla Corte dei Conti della facoltà di controllare i progetti esecutivi della SPV.
Ma i deputati e senatori veneti che si sono riempiti la bocca di ambiente, territorio, km 0, cosa stanno a fare in parlamento? O sono d'accordo o dormono. In entrambi i casi non ci fanno una bella figura.
In chiusura, due considerazioni sul denaro che gira attorno alla SPV.
Il costo stimato (senza IVA) ad oggi è di 2130 milioni (due miliardi e 130 milioni).
I cantieri rischiano di fermarsi perché mancano 330 milioni dei 2130 necessari? E gli altri 1800 ci sono? perché se i 330 servono per non fermare i cantieri, da dove arriveranno gli altri 1800?
Ad oggi le uniche cifre certe di questo progetto sono i 170 milioni stanziati dalla regione, i 370 stanziati dallo stato e i 600 che la regione metterà a disposizione quando non ci sarà abbastanza traffico per pagare il costo dell'opera. Insomma è certo che la fiscalità generale (noi!) pagherà almeno 1140 milioni. Alla faccia del project financing "senza costi per il pubblico".
P.S.
Abbiamo avuto modo di parlare con un tecnico regionale che ci ha candidamente confermato che l'approvazione delle norme di cui sopra ha fatto tirare un grosso sospiro di sollievo a Vernizzi e al suo staff. Perché?
Alcuni mesi fa la regione veneto chiede un finanziamento pubblico di 330 milioni di euro per poter continuare la costruzione della Autostrada Pedemontana Veneta - SPV.
Pareva infatti da notizie di stampa e da voci raccolte nei paesi, che SIS, il consorzio di imprese (concessionario) che si occupa della costruzione e della gestione futura dell'autostrada, non navigasse finanziariamente in buone acque, tanto che molte aziende che lavorano per esso in subappalto, non venendo pagate avevano rallentato di conseguenza i ritmi e gli impegni.
La norma salva-cantieri contenuta nel decreto del fare elargisce i 330 milioni richiesti con in più un inaspettato regalino di 40 milioni.
Condizione per avere i soldi è che venga depositato il progetto esecutivo dell'intera opera entro la fine dell'anno in corso. In pratica in tre mesi deve essere fatto il lavoro che Vernizzi e il suo staff non sono stati in grado di fare in tre anni.
In aggiunta, tale lavoro deve essere fatto bene perché la Conte dei Conti che controllerà il progetto finale non deve trovare da ridire, col rischio di bloccare ulteriormente i lavori o addirittura i finanziamenti.
Il (mis)fatto.
Sull'onda della campagna nazionale di opinione sulla violenza di genere in particolare contro le donne, il governo Letta-Alfano vara una legge, che il parlamento approva, sul cosiddetto "Femminicidio".
Questa legge si rivela però un uovo di Pasqua con dentro diverse sorprese (alcune tossiche) come ad esempio: proroga dei commissari straordinari che reggono le province, disposizioni per il potenziamento dei vigili del fuoco e soprattutto norme relative alla protezione civile (art. 10) il cui risultato più immediato è la sottrazione alla Corte dei Conti della facoltà di controllare i progetti esecutivi della SPV.
Ma i deputati e senatori veneti che si sono riempiti la bocca di ambiente, territorio, km 0, cosa stanno a fare in parlamento? O sono d'accordo o dormono. In entrambi i casi non ci fanno una bella figura.
In chiusura, due considerazioni sul denaro che gira attorno alla SPV.
Il costo stimato (senza IVA) ad oggi è di 2130 milioni (due miliardi e 130 milioni).
I cantieri rischiano di fermarsi perché mancano 330 milioni dei 2130 necessari? E gli altri 1800 ci sono? perché se i 330 servono per non fermare i cantieri, da dove arriveranno gli altri 1800?
Ad oggi le uniche cifre certe di questo progetto sono i 170 milioni stanziati dalla regione, i 370 stanziati dallo stato e i 600 che la regione metterà a disposizione quando non ci sarà abbastanza traffico per pagare il costo dell'opera. Insomma è certo che la fiscalità generale (noi!) pagherà almeno 1140 milioni. Alla faccia del project financing "senza costi per il pubblico".
P.S.
Abbiamo avuto modo di parlare con un tecnico regionale che ci ha candidamente confermato che l'approvazione delle norme di cui sopra ha fatto tirare un grosso sospiro di sollievo a Vernizzi e al suo staff. Perché?
Nessun commento:
Posta un commento
Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!