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20 febbraio 2017

Piccole Patrie


La campana della piccola patria, del veneto autonomo o indipendente, del prima noi ecc suona in tutta la regione con un eco che arriva a tutto il nordest mentre il nordest se mai è esistito come entità specifica è sull'orlo di tirare le cuoia sia economicamente che politicamente.
Ma soprattutto sta crollando fisicamente perchè sono l'aria, l'acqua il traffico il cemento che lo stanno affondando (come peraltro la sua capitale, Venezia).

Bisognerebbe allora avere il coraggio di dire che è una campana che suona a morto e smetterla di pensare che il dialetto insegnato a scuola, gli asili assegnati prima agli autoctoni, le sentinelle nei parchi risolveranno i problemi.

La destra fa della piccola patria il luogo dove esercitare un potere o il potere per applicare la pulizia di massa contro gli immigrati, uscire dall'europa e finalmente rimettere al loro posto ogni cosa.
La destra xenofoba e leghista tifa Trump e Putin, ossia l'uomo forte, per portare avanti un programma che dietro le retoriche indipendentiste e razziste insiste in realtà con le grandi opere, con la cementificazione, con i combustibili fossili, con i Pfas il traffico la tav e le autostrade.
Un programma insomma in cui il veneto, come l'Ungheria o la Catalogna sarebbero indipendenti ed etnicamente più puri ma morti avvelenati, come tutti gli altri.

Per noi si tratta invece di fermare la deriva capitalista consumista predatoria e salvarci assieme al pianeta.
 Non è un programma da poco e non bastano i comitati che in vari luoghi i cittadini volonterosi organizzano per impedire la discarica abusiva, l'autostrada sotto casa,, l'alta velocità sotto il culo ecc. e lo fanno come se quel problema si potesse risolvere uno alla volta e indipendentemente dagli altri.

Comitati a volte gelosi delle loro pratiche e diffidenti di chi non è doc, di chi viene da fuori, di chi parla un'altra lingua.
Comitati che come i carri del carnevale triste che si svolge nei paesi della provincia sfilano ognuno per proprio conto senza riuscire a far ballare la samba a tutti e trasformare la denuncia in una grande festa liberatoria.

Vicenzasisolleva, dopo l'esperienza moltitudinaria del nodalmolin è nata per cercare di superare questa malattia infantile dell'ambientalismo, ossia il particolarismo.

Proprio come per il nodalmolin quando si trattava non solo di rifiutare un'opera perché rovinava la falda ma di combatterla per opporsi alla logica della guerra e quindi unire tutti o la stragrande maggioranza in difesa di un bene comune cioè la pace, così ora si tratta di mobilitarsi contro l'inquinamento dell' acqua e dell'aria, di parchi distrutti o di discariche illegali non solo con gli abitanti del luogo ma con tutti quelli di un intero territorio saccheggiato e distrutto che oramai si estende fino ai confini dell'intero pianeta e cercare di salvarlo e noi tutti con esso.


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Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!