Avviso ai naviganti


AVVISO AI NAVIGANTI: A causa di insulti e messaggi astiosi ricevuti, abbiamo introdotto la moderazione dei commenti nel blog. Eravamo tra i pochi rimasti a non filtrare i commenti e ad accettare critiche discutendone apertamente, ma i tempi cambiano e il livello dello scontro e del "fuoco amico" pure.
L'alternativa è: Economia prossimale - Conversione ecologica dell'industria - Ri-modellazione del sistema di trasporti - Opere locali PER il territorio - Sviluppo delle energie rinnovabili - Efficienza energetica - Utilizzo della tecnologia per praticare la 'mobilità immobile' - Produzione e consumo responsabile - Agricoltura di prossimità - Cultura dei Beni Comuni - Sobrietà negli stili di vita - Cultura della democrazia dal basso e della partecipazione - Condivisione del sapere per sviluppare la democrazia degli uguali - Sviluppo della scuola, dell'università e della ricerca per sperimentare nuovi modelli culturali e sociali

10 febbraio 2008

Scheda 1:


Dal Giornale di Vicenza:
TRISSINO. L’assessore regionale Chisso e l’assessore provinciale Toniolo protagonisti di un incontro alle scuole medie
Pedemontana Veneta Previsti 2.000 espropri
Entro la fine del mese la Giunta regionale assegnerà la concessione della superstrada

di Gianmaria Pitton
Entro la fine del mese la Giunta regionale potrebbe deliberare l’assegnazione della superstrada Pedemontana. Una commissione di tecnici sta vagliando il piano finanziario presentato dalla società “Pedemontana Veneta”, che ha deciso di avvalersi del diritto di prelazione rispetto alla proposta del consorzio spagnolo Sis, che offriva alla Regione uno sconto del 25 per cento. Se il piano risponderà ai requisiti, la settimana prossima ci sarà una seduta pubblica di assegnazione, quindi la delibera di palazzo Balbi.
Così, l’assemblea di martedì sera alla scuola media di Trissino, organizzata da Forza Italia, potrebbe essere stata l’ultimo incontro pubblico prima che tutto passi nelle mani del concessionario. Il quale, ha spiegato l’assessore regionale Renato Chisso, avrà cinque mesi di tempo per produrre il progetto definitivo, che sarà poi sottoposto al vaglio del Cipe per verificarne la congruità rispetto al progetto preliminare. Filasse tutto liscio, l’ultimo timbro potrebbe essere stampato prima delle ferie, in modo da aprire i cantieri da settembre dell’anno prossimo.
Filasse tutto liscio, appunto. Uno dei passaggi più delicati sarà quello degli espropri: la procedura sarà aperta tra aprile e maggio, con la pubblicazione sui giornali. Da quel momento scatteranno i 60 giorni di tempo per le osservazioni. I privati interessati, tra aziende e singoli, sono duemila. Per qualcuno il passaggio della Pedemontana significherà l’abbattimento della propria casa o del capannone, per altri l’attraversamento nel bel mezzo dei propri campi. Una certa preoccupazione è legittima.
Chisso è fiducioso: «Applicheremo - spiega - lo stesso meccanismo utilizzato per gli espropri per il passante di Mestre. Agli agricoltori a titolo principale verrà corrisposto il triplo del valore; per gli edifici residenziali o industriali offriremo il costo della ricostruzione. L’80 per cento alla firma dell’accordo bonario, il resto al momento del rogito». Per il passante di Mestre sono stati fatti 890 espropri; in 885 casi è stato raggiunto l’accordo bonario, gli altri hanno fatto ricorso al Tar. «Il sistema funziona», conclude Chisso. Ci sarà tempo le osservazioni, ma attenzione, avverte l’assessore regionale, perché il tracciato non si tocca: «Saranno possibili solo modifiche minimali». Alcuni sindaci però potrebbero avere qualcosa da dire, ed ecco il ruolo di coordinamento a cui si candida la Provincia, secondo quanto ha dichiarato l’assessore Costantino Toniolo.

Scheda 2:

dal sito dell'associazione No alla Centrale di Montecchio M. (VI):

PEDEMONTANA: UN’OPERA NON NECESSARIA…ANZI DANNOSA - SALVIAMO LA VARIANTE ALLA SS 246

LA STORIA La Pedemontana nasce come Autostrada; all’inizio del 1997 i Sindaci dei vari Comuni interessati al tracciato del progetto dell’Autostrada Pedemontana Veneta (A.P.V.) furono convocati e informati dell'intenzione delle amministrazioni Provinciali (Vicenza, Treviso e Padova) e della Regione Veneto di avviare l’iter burocratico per la realizzazione dell'Autostrada.

A chi obbiettava, in tale sede, che i Comuni avevano approvato degli utilizzi diversi per le zone interessate al tracciato, veniva risposto che: “L'autorità della Regione superava quella dei Comuni”, e che “Nessun Sindaco doveva appoggiare proteste popolari” perché non sarebbe servito a nulla in quanto, nei palazzi che contano, le decisioni erano già state prese (una vecchia storia che conosciamo già!).

Ma c’era però una legge dello Stato che impediva la costruzione di nuove autostrade! Niente paura, le leggi si cambiano (oppure si aggirano), e così l’Autostrada si è trasformata in “Superstrada a pagamento!”, che però ha le stesse caratteristiche progettuali di un’autostrada.

IL TRACCIATO: L’attuale progetto della Superstrada Pedemontana Veneta si divide in due segmenti: il primo parte, staccandosi dalla A27 Mestre-Vittorio Veneto a sud di Spresiano, passa tra Castelfranco e Montebelluna, punta verso la zona nord di Rosà (sud di Bassano) accostandosi al tracciato della provinciale Gasparona, per poi piegare decisamente a sud all'altezza di Breganze, fino ad incrociare l'A31 Valdastico a Dueville.

Il secondo segmento autostradale si stacca da Thiene, prosegue fino a Malo e continua nella val Leogra fino a Isola Vicentina. Da qui il tracciato prosegue in galleria profonda, sotto Priabona sbucando a Castelgomberto e proseguendo in territorio di Trissino e Montecchio Maggiore fino all'innesto con l’A4 Serenissima ad Alte.

Nella zona che ci riguarda, sono previsti tre caselli: quelli di Cornedo-Castelgomberto e Arzignano-Montecchio, oltre a quello nuovo di Alte di Montecchio Maggiore.

Il percorso nella Valle dell’Agno, prevede di utilizzare il sito della nuova 246 in costruzione, fino ad Alte.

ED È PROPRIO QUI LA PRIMA CRITICA CHE VIENE MOSSA A QUESTO PROGETTO: La variante alla SS246 in via di completamento, è stata fortemente voluta dagli abitanti di Montecchio M. ed attesa da oltre 30 anni, per liberare il centro cittadino dal traffico pesante e di passaggio che da sempre taglia a metà la città e la soffoca creando notevoli disagi ai cittadini.

Ora il progetto della Pedemontana prevede che il tratto in zona sormonti e “si mangi” la variante appena fatta ributtando nuovamente il traffico di percorrenza breve in centro paese.

Dopo le osservazioni critiche dei Comuni di Montecchio ed Arzignano, per ovviare a ciò i progettisti hanno promesso la costruzione di una complanare per servire il traffico locale; due corsie per senso di marcia poste ai lati della pedemontana.

In totale si arriverebbe a dieci corsie (due per senso di marcia più quella d’emergenza per la Pedemontana e quattro per le comlpanari), ma, metro alla mano, 10 corsie non ci stanno nella sede della variante alla SS246; non riuscirebbero a passare sotto i ponti appena costruiti, in particolare i ponti della mega-rotonda di Via Molinetto.

Ciò significa che, o si dovrebbero rifare i ponti, ormai già operativi, se il progetto fosse rispettato, oppure, per ragioni economiche e visti i chiari di luna, le complanari rischierebbero di restare solo sulla carta.

E non sarebbe la prima volta che opere di utilità già previste restino solo sulla carta, basti pensare al contenzioso aperto fra Società Autostrade e ANAS; la prima infatti è in mora per la mancata esecuzione dei Piani di investimento.

L’ALTRA CRITICA AL PROGETTO Riguarda poi il tracciato in territorio di Montecchio; delle tre varianti prospettate (A, B, C), anziché scegliere almeno quella meno impattante, con una galleria più lunga (soluzione “C”), richiesta dai sindaci e dalla Coltiretti, la Regione ha scelto una delle due soluzioni meno accettabili, che comporta un più alto impatto ambientale con maggior consumo di territorio e problemi per le abitazioni e i terreni agricoli. (soluzione “B”).

I DANNI: Questo squarcio della nostra campagna, al di la dell’aspetto paesaggistico, pure molto importante, comprometterebbe gravemente le attività agricole della zona, per non parlare delle numerose abitazioni che dovrebbero essere abbattute.

Le riprese aeree utilizzate per la realizzazione del progetto di massima della allora A.P.V. risalgono infatti, al novembre 1994 e il tracciato ipotizzato non tiene quindi conto delle costruzioni che sono state realizzate negli ultimi 12 anni!

Come per la nuova variante alla 246 che dal progetto alla realizzazione ha visto passare decine di anni una soluzione che a suo tempo passava in piena campagna oggi si trova in centro paese: certi progetti da quando nascono a quando si aprono i cantieri vedono stravolti le condizioni di partenza.

La nuova Pedemontana inoltre, oltre a consumare ulteriore territorio, ha come effetto quello di convogliare nella valle ulteriore traffico, con conseguente aumento dell’inquinamento da benzene e dell’inquinamento acustico, oltre al già citato problema del traffico locale che ritorna alla viabilità interna.

Infine c’è da considerare inoltre che la realizzazione di questa infrastruttura, come sempre avviene, rischia di essere un richiamo ed una opportunità per i mai sazi appetiti dei costruttori, per una nuova espansione urbanistica.

LA SOSTENIBILITA’ ECONOMICA:

Se non c'è copertura finanziaria rischia veramente di essere un imbroglio. Il finanziamento per la realizzazione dell’opera, quasi 2 Miliardi di Euro, deriverebbe per la maggior parte, circa due terzi, da capitale privato ed in parte minore da capitale pubblico. Il rientro economico per la società privata (Società Pedemontana S.p.A.) dovrebbe essere garantito dal costo del pedaggio automobilistico. Sappiamo però che quasi tutti i Comuni interessati al tracciato hanno chiesto la gratuità di attraversamento, totale o per diversi decenni, per i propri cittadini (il cosiddetto traffico locale, l'85% del totale). Allora chi pagherà ? In realtà il progetto prevede che se il rientro economico non sarà sufficiente (cosa molto probabile, basti pensare al flop del tunnel di Valdagno o al sotto utilizzo della Valdastico) dovrà intervenire per i prossimi 30 anni, a coprire i mancati introiti della società privata, il contributo pubblico (vale a dire soldi dei cittadini, che però al momento non ci sono e nemmeno ci saranno vista la situazione dei conti pubblici).

Ci pare che qui siano in gioco anche altri interessi, legati più che altro al mercato delle concessioni, delle consulenze, delle perizie tecniche oltre che delle varie progettazioni. Sarebbe interessante sapere ad esempio: quanto si è speso fino ad oggi solo per la fase di progettazione preliminare?

MA SERVE VERAMENTE? II nostro territorio è fortemente urbanizzato e la forza della nostra economia è rappresentata in primo luogo dalle tante piccole e medie imprese. Tutti i cittadini ritengono - e noi con loro – che la mobilità delle persone e delle merci sia insoddisfacente, ma per risolvere i gravi problemi dati dal traffico locale serve la variante alla SS 246 in fase di ultimazione ed in prospettiva (ma questo riguarda tutta la provincia) bisognerebbe puntare con forza verso soluzioni che non siano solo il costruire sempre più strade ma sul trasporto collettivo delle persone e sulla razionalizzazione dello stoccaggio e mobilità delle merci.

Invece, così come viene concepita e per sua stessa natura, la Superstrada a pagamento Pedemontana non risolverà mai i problemi della viabilità locale, vista la non convenienza economica ad utilizzarla. Il problema del traffico sulle nostre strade è infatti costituito per 1’85% da veicoli a breve percorrenza (raggio di 15 km) e solo per il 15% da veicoli a lunga percorrenza.

Ora, il vantaggio di togliere questo 15% di veicoli dalla viabilità ordinaria, verrebbe annullato dal maggiore intasamento delle aree prossime ai caselli. Inoltre in caso di traffico bloccato nella superstrada, cosa in realtà assai frequente, ci sarebbe un versamento di traffico a lunga percorrenza nella viabilità ordinaria della zona compresa fra i due caselli, con la sua completa paralisi.

In definitiva ci pare che si tratti di un’inutile ferita aperta sul nostro territorio, ferita che non rimarginerà mai più.

AssociazioneNoAllaCentrale di Montecchio M.

Nessun commento:

Posta un commento

Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!