TAV, STORIE DI OPERAI DIMENTICATI
Molto e' stato detto sull'impatto devastante che i lavori dell'Alta Velocita' hanno avuto sul territorio del Mugello, anche perche' i suoi abitanti hanno fatto in certi casi giustamente sentire le proprie ragioni, soprattutto attraverso il tessuto associativo locale.
Molto poco invece si e' parlato degli operai che scavano l'Appennino tosco - emiliano, talvolta identificati a torto come responsabili dei danni ambientali.
La tratta Firenze - Bologna e' forse quella piu' delicata, visto che quasi tutto il percorso avverra' in galleria. La Cavet e' oggi nel Mugello l'impresa che occupa in assoluto piu' addetti e la maggior parte di loro proviene dalle regioni del sud Italia.
Questo filmato nasce proprio dalla volonta' di guardare alla questione Alta Velocita' dal punto di vista delle condizioni di lavoro degli operai Cavet, per capire qualcosa di piu' sulla vita che si svolge nei cantieri, posti a pochi chilometri dalle nostre case e quasi inglobati nel paesaggio, ma ignorati dalla maggior parte di noi.
Grazie alla conoscenza diretta di alcuni operai, abbiamo potuto visitare i luoghi dove vivono e riposano, verificare il loro isolamento, conoscere le condizioni estreme in cui lavorano, i rischi per la loro salute.
Dal 2000 la situazione, gia' pesante di per se', si e' aggravata con l'introduzione del ciclo continuo (o quarto turno), un sistema di turni basati sulla rotazione ininterrotta di quattro squadre di operai, 24 ore su 24. Gli orari prevedono un alternarsi di 6 giorni di lavoro e 1 di riposo; 6 giorni di lavoro e 2 di riposo; 6 giorni di lavoro e 3 di riposo.
Turni del genere rendono difficile e faticoso il ritorno a casa, quando le proprie famiglie vivono a centinaia di chilometri di distanza.
Il filmato ripercorre a ritroso il percorso dei lavoratori fino a Pagliarelle, paesino ai piedi della Sila che da decenni produce generazioni di minatori impegnati a costruire, in tutto il Nord Italia, infrastrutture di cui loro stessi non beneficiano.
Il download parte automaticamente in pochi secondi.
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Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!