Doccia gelata sulla Bs-Pd
Bloccate le maxi-opere
Rischiano Valdastico sud e nord, via Moro, i caselli di Montecchio Maggiore e Thiene Schneck: «Andrò fino in fondo, ho dubbi su qualcuno. Così il territorio si ferma»
Roberta Bassan
Doccia gelata sull’Autostrada Serenissima. Il commissario europeo per il mercato interno e i servizi Charlie McCreevy è stato categorico: nessuna archiviazione per quanto riguarda la procedura d’infrazione europea in favore della società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova. Con buona pace delle maxi opere inserite nel piano finanziario della società. Nonostante il pressing promesso dal ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli al presidente della Bs-Pd Attilio Schneck, il commissario europeo è stato implacabile: «Pur accettando lo sforzo compiuto dalle autorità italiane per ricercare una soluzione di compromesso accettabile per la Commissione - ha scritto McCreevy - desidero sottolineare che la soluzione proposta non mette fine all'infrazione delle regole comunitarie in materia di appalti pubblici. Di conseguenza intendo proporre alla Commissione di proseguire entrambe le procedure d’infrazione (la seconda riguarda l'Autostrada della Cisa), mediante l’invio di un parere motivato».
Un blocco in piena regola ad un “pacco di opere”. Senza lo sblocco della procedura d’infrazione europea non sono infatti possibili le firme sul decreto interministeriale che allungherebbe la concessione della Brescia-Padova, portandola dall’attuale scadenza fissata al 2013 a quella prevista del 2026. E così, ad oggi, cade il castello di carte costruito nel piano finanziario della società.
Se la scadenza della concessione resta infatti confermata tra cinque risicatissimi anni, la Serenissima si ritrova che già con le attuali opere in corso i conti degli investimenti sono andati ben oltre le copertura dei finanziamenti. E dunque verrebbero bloccate le grandi opere previste che, in questo modo senza allungamento della concessione, non avrebbero potenzialità di essere coperte. Si ritrovano così congelati pezzi da novanta. Bloccata la Valdastico sud, che valeva 380 milioni e invece ne costa almeno altri 5-600 più. In congelatore la realizzazione della Valdastico nord, da Piovene Rocchette a Trento, per un costo previsto di oltre 2 milioni di euro. Proprio la Valdastico nord rende peraltro la Brescia-Padova un caso unico: la concessione per realizzare l’A31, che è in mano alla Serenissima, risale infatti al 1970, ben prima che le direttive dell’Ue imponessero le gare.
Stop cade anche ad altre opere attese da anni: la nuova viabilità per la sistemazione del casello di Thiene (11 milioni), il contributo per prolungare la cosiddetta “tangenziale est” di Vicenza, cioè via Aldo Moro (17 milioni), il progetto di bretelle di collegamento con Vicenza ovest per le areee industriali di Altavilla e Arcugnano, in zona S. Agostino (14 milioni di euro, a carico della Serenissima), la bretella di collegamento tra Piovene e Velo d’Astico (70 milioni), la sistemazione del nodo del nuovo casello autostradale di Montecchio Maggiore (70 milioni).
Per non parlare dell’impegno nel project financing della Pedemontana veneta e di altre grandi opere regionali come la Nogara Mare. Schneck è su tutte le furie: «Il commissario non ha capito con chi ha a che fare. Bloccare la concessione significa bloccare tutte le opere strategiche per questo territorio. Andrò fino in fondo. Ho già un’idea sul responsabile e mi riferisco non ad enti, ma a persone». Dubbi sulla Regione? «Macché. Anzi apriamo loro porte se vogliono entrare nell’azionariato della Bs-Pd. Basta che lo chiedano».
25 novembre 2008
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Bs-Pd e opere congelate. Ora Schneck va da Letta leggi articolo 26 novembre
Un blocco in piena regola ad un “pacco di opere”. Senza lo sblocco della procedura d’infrazione europea non sono infatti possibili le firme sul decreto interministeriale che allungherebbe la concessione della Brescia-Padova, portandola dall’attuale scadenza fissata al 2013 a quella prevista del 2026. E così, ad oggi, cade il castello di carte costruito nel piano finanziario della società.
Se la scadenza della concessione resta infatti confermata tra cinque risicatissimi anni, la Serenissima si ritrova che già con le attuali opere in corso i conti degli investimenti sono andati ben oltre le copertura dei finanziamenti. E dunque verrebbero bloccate le grandi opere previste che, in questo modo senza allungamento della concessione, non avrebbero potenzialità di essere coperte. Si ritrovano così congelati pezzi da novanta. Bloccata la Valdastico sud, che valeva 380 milioni e invece ne costa almeno altri 5-600 più. In congelatore la realizzazione della Valdastico nord, da Piovene Rocchette a Trento, per un costo previsto di oltre 2 milioni di euro. Proprio la Valdastico nord rende peraltro la Brescia-Padova un caso unico: la concessione per realizzare l’A31, che è in mano alla Serenissima, risale infatti al 1970, ben prima che le direttive dell’Ue imponessero le gare.
Stop cade anche ad altre opere attese da anni: la nuova viabilità per la sistemazione del casello di Thiene (11 milioni), il contributo per prolungare la cosiddetta “tangenziale est” di Vicenza, cioè via Aldo Moro (17 milioni), il progetto di bretelle di collegamento con Vicenza ovest per le areee industriali di Altavilla e Arcugnano, in zona S. Agostino (14 milioni di euro, a carico della Serenissima), la bretella di collegamento tra Piovene e Velo d’Astico (70 milioni), la sistemazione del nodo del nuovo casello autostradale di Montecchio Maggiore (70 milioni).
Per non parlare dell’impegno nel project financing della Pedemontana veneta e di altre grandi opere regionali come la Nogara Mare. Schneck è su tutte le furie: «Il commissario non ha capito con chi ha a che fare. Bloccare la concessione significa bloccare tutte le opere strategiche per questo territorio. Andrò fino in fondo. Ho già un’idea sul responsabile e mi riferisco non ad enti, ma a persone». Dubbi sulla Regione? «Macché. Anzi apriamo loro porte se vogliono entrare nell’azionariato della Bs-Pd. Basta che lo chiedano».
25 novembre 2008
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