Avviso ai naviganti


AVVISO AI NAVIGANTI: A causa di insulti e messaggi astiosi ricevuti, abbiamo introdotto la moderazione dei commenti nel blog. Eravamo tra i pochi rimasti a non filtrare i commenti e ad accettare critiche discutendone apertamente, ma i tempi cambiano e il livello dello scontro e del "fuoco amico" pure.
L'alternativa è: Economia prossimale - Conversione ecologica dell'industria - Ri-modellazione del sistema di trasporti - Opere locali PER il territorio - Sviluppo delle energie rinnovabili - Efficienza energetica - Utilizzo della tecnologia per praticare la 'mobilità immobile' - Produzione e consumo responsabile - Agricoltura di prossimità - Cultura dei Beni Comuni - Sobrietà negli stili di vita - Cultura della democrazia dal basso e della partecipazione - Condivisione del sapere per sviluppare la democrazia degli uguali - Sviluppo della scuola, dell'università e della ricerca per sperimentare nuovi modelli culturali e sociali

04 marzo 2009

TAV toscana: 27 condanne e 150 milioni di risarcimenti

Alta velocità, danni ambientali al Mugello:
(vedi post precedente
)

Le condanne vanno da tre mesi a 5 anni di reclusione e il risarcimento supera i 150 milioni di euro. Tra i condannati ci sono i vertici di Cavet, consorzio che ha avuto in appalto i lavori. Tra i risarciti il ministero dell'Ambiente, la Regione e la Proncia toscane. I ventisette condannati sono colpevoli di illecito smaltimento dei rifiuti. Il reato di furto aggravato di acque pubbliche stralciato alla Corte Costituzionale

Ventisette persone condannate per reati ambientali e l’obbligo, per il Cavet, di risarcire le parti civili, versando 50 milioni di euro al ministero dell’Ambiente, 50 alla Regione e 50 alla Provincia. Si è concluso così il processo sulla costruzione della Tav fra Emilia Romagna e Toscana. Il territorio del Mugello è stato duramente sacrificato a una grande opera di ingegneria realizzata con scarsissima attenzione per l’ambiente. E’ la conclusione del processo sulla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità (Tav) fra Emilia Romagna e Toscana: 79 chilometri di cui 73 in galleria. Cominciato oltre quattro anni fa, il 26 novembre 2004, il processo si è chiuso ieri, dopo 100 udienze, con la condanna di 27 persone per reati ambientali, a pene comprese fra 5 anni di reclusione e 3 mesi di arresto.

Tredici dei 27 condannati sono dirigenti, ingegneri e tecnici del Consorzio Cavet, il general contractor dell’opera, il cui capofila è Impregilo. Il giudice Alessandro Nencini ha condannato a 5 anni l’ amministratore delegato di Cavet Alberto Rubegni, gli ex direttori generali Carlo Silva e Giovanni Guagnozzi, i direttori di tronco Franco Zambon e Franco Castellani, accusati di aver disseminato il territorio del Mugello, e non solo, di discariche di materiali di scavo delle gallerie e di fanghi contaminati da idrocarburi e da cemento, e di aver organizzato un traffico illecito di rifiuti. Il Cavet, responsabile civile, dovrà risarcire, insieme con tutti i condannati, le parti civili. A titolo di anticipo dovrà versare 50 milioni di euro al Ministero dell’Ambiente, 50 milioni alla Regione Toscana, 50 alla Provincia di Firenze, più somme minori ad altri enti pubblici. Le accuse formulate dai pm Giulio Monferini e Gianni Tei, che hanno coordinato le indagini dei tecnici dell’Arpat, della polizia municipale e dei carabinieri, erano numerosissime e occupavano oltre 200 pagine. Molti dei reati, però, si sono prescritti durante il processo. L’Italia è, a quanto pare, l’unico paese nel quale i termini di prescrizione continuano a decorrere anche dopo l’avvio dei processi. Fra le accuse prescritte anche quella di truffa ai danni della Regione. Sul reato ritenuto più grave dalla procura, quello di furto aggravato di acque pubbliche, il giudice Nencini ha disposto uno stralcio dal procedimento principale e la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale.

Secondo le accuse, Cavet ha utilizzato senza autorizzazioni non meno di 5 milioni di acque pubbliche per gli impianti di betonaggio, il lavaggio di mezzi meccanici e altre attività di cantiere. La legge Galli del ’99 ha depenalizzato l’illecito impossessamento di acque pubbliche per usi industriali. Ne deriva che chi ruba una mela rischia una condanna penale, chi preleva illecitamente un bene prezioso come l’acqua per usarla in un cantiere rischia una sanzione amministrativa (così come, prima dell’ intervento della Corte Costituzionale, chi falsificava le firme sulle liste elettorali rischiava meno di chi apponeva una firma falsa su un documento privato). Secondo il giudice Nencini, la norma che depenalizza il furto di acque per usi industriali è viziata da irragionevolezza e grave contraddizione e confligge con il diritto fondamentale a mantenere integro il patrimonio ambientale. Di qui la decisione di rimettere la questione alla Corte Costituzionale. L’inchiesta sui danni causati dai cantieri Tav era divisa in due filoni principali: quello della contaminazione dei terreni e delle acque per effetto dello smaltimento delle terre e dei fanghi delle lavorazioni in galleria, e quello del drammatico prosciugamento delle sorgenti e dei fiumi del Mugello, una delle regioni più ricche di acqua d’Italia.

Secondo le accuse, a causa dei lavori in galleria e della intercettazione «selvaggia » delle acque di falda, si sono seccati 57 km di fiumi, la portata di altri 24 km di corsi d’acqua si è drasticamente ridotta, sono state prosciugate 37 sorgenti e 5 acquedotti. Un disastro ambientale per il quale la procura contestava il danneggiamento aggravato, un reato volontario. Il giudice ha ritenuto invece che questi gravissimi danni siano stati causati da negligenza o imperizia, cioè siano colposi, e il codice penale non prevede il reato di danneggiamento colposo. Da questa accusa, perciò, tutti gli imputati sono stati assolti. Tuttavia le famiglie e le aziende danneggiate potranno chiedere i danni in sede civile.

(04 marzo 2009)
http://firenze.repubblica.it/dettaglio/alta-velocita-da...98971

Articolo del 22 marzo 09: Appennino, i torrenti inghiottiti dagli scavi dell'Alta velocità

Leggi anche: (No Dal Molin) Cmc condannata per disastro ambientale

Nessun commento:

Posta un commento

Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!