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13 agosto 2009

Pedemontana, rischio caos. Ancora un ricorso al Tar

Impregilo ha impugnato l’aggiudicazione al consorzio Sis. Udienza il 15 settembre. Gli spagnoli: «Siamo tranquilli»

VENEZIA — Ancora un ricor­so al Tar del Veneto. Ancora il rischio di bloccare un iter che dura da due decadi per quanto riguarda l’idea, da un paio d’anni per gli stop&go dei tri­bunali amministrativi. Sulla Pedemontana Veneta conti­nua il caos e anche la delibera con cui lo scorso 30 giugno la Regione Veneto — in ottempe­ranza alla sentenza di pochi giorni prima del Consiglio di Stato — aveva revocato l’ag­giudicazione dell’opera alla cordata guidata da Impregilo, assegnandola al consorzio sta­bile Sis, rischia di non essere l’ultimo capitolo della vicen­da. Impregilo e soci (il rag­gruppamento temporaneo di imprese comprende anche Pe­demontana Veneta Spa, Bre­scia- Padova, Autostrade per l’Italia, Autovie Venete, Gran­di Lavori Fincosit, Maltauro, Rizzani de Eccher, Carron, Vit­tadello e Serenissima Costru­zioni) hanno infatti impugna­to al Tar la delibera regionale, chiedendo che venga ritenuta illegittima e annullata.

I giudi­ci della prima sezione hanno già fissato l’udienza di sospensiva, che si terrà il prossimo 15 settembre: nel caso in cui il Tar desse ragione ai ricorrenti slitterebbe ancora una volta in avanti la data della posa della prima pietra, che l’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso aveva promesso per il marzo del 2010. Dopo che a metà luglio Impregilo aveva già impugnato la sentenza 3944 in due sedi — di fronte allo stesso Consiglio di Stato per la revocazione e poi in Cassazione — ora arriva anche il nuovo ricorso al Tar contro l’atto successivo di Palazzo Balbi. Nelle 27 pagine firmate dagli avvocati Marco Annoni, Mario Sanino e Fran­co Zambelli, ci si concentra so­prattutto sulla questione della prelazione, che secondo il Con­siglio di Stato era stata eserci­ta in maniera tardiva dall’Ati Impregilo: l’offerta di Sis era stata infatti migliorativa rispet­to a quella del promotore e dunque quest’ultimo aveva dieci giorni di tempo per pa­reggiarla. I ricorrenti esercita­rono la prelazione il 25 otto­bre 2007: correttamente secon­do loro, che individuano il ter­mine di partenza nella riunio­ne del 24 ottobre; tardivamen­te secondo i giudici, che risal­gono invece al 25 settembre. «Alla luce del palese e determi­nante errore di fatto che grava sulla decisione del Consiglio di Stato — scrivono i legali — risulta conseguentemente vi­ziata anche la deliberazione di aggiudicazione qui impugna­ta ».

Altro motivo di illegittimi­tà sarebbe il «difetto di giuri­sdizione » del Consiglio di Sta­to, che «inopinatamente» an­nullando l’aggiudicazione del­l’opera ad Impregilo l’aveva as­segnata a Sis, «vistosamente eccedendo i limiti della giuri­sdizione amministrativa». Sarcastica la risposta del consorzio Sis, tramite il suo le­gale Giuseppe Rusconi. «Io so che di solito le sentenze si at­tuano, sia che piacciano, sia che non piacciano — spiega l’avvocato — La Regione ha fatto bene a proseguire nel­­l’iter e ora noi siamo tranquilli e pronti per firmare. Ci manca­no solo dei documenti che so­no richiesti dalla legge, ma la biro l’abbiamo già comprata».

Alberto Zorzi
12 agosto 2009
Corriere del Veneto.it

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