Avviso ai naviganti


AVVISO AI NAVIGANTI: A causa di insulti e messaggi astiosi ricevuti, abbiamo introdotto la moderazione dei commenti nel blog. Eravamo tra i pochi rimasti a non filtrare i commenti e ad accettare critiche discutendone apertamente, ma i tempi cambiano e il livello dello scontro e del "fuoco amico" pure.
L'alternativa è: Economia prossimale - Conversione ecologica dell'industria - Ri-modellazione del sistema di trasporti - Opere locali PER il territorio - Sviluppo delle energie rinnovabili - Efficienza energetica - Utilizzo della tecnologia per praticare la 'mobilità immobile' - Produzione e consumo responsabile - Agricoltura di prossimità - Cultura dei Beni Comuni - Sobrietà negli stili di vita - Cultura della democrazia dal basso e della partecipazione - Condivisione del sapere per sviluppare la democrazia degli uguali - Sviluppo della scuola, dell'università e della ricerca per sperimentare nuovi modelli culturali e sociali

07 luglio 2010

Approvato il nuovo Codice Ambientale. Per la gioia dell’ecomafia.

Il nuovo “Codice ambientale”, approvato dal governo con la scusa della semplificazione normativa, compromette ulteriormente la difesa dell’ambiente e delle persone. Italia sempre peggio.

Le modifiche al “Codice dell’ambiente”, presentate dal Ministro dell’Ambiente, sono state approvate in via definitiva dal Consiglio dei Ministri. Modifiche giustificate da esigenze di semplificazione e dalla necessità di coniugare ambiente e sviluppo economico. Motivazione palesemente strumentale, che rappresenta la foglia di fico della cultura antiambientale che caratterizza questo Governo. A riguardo basterebbe citare i 38 procedimenti attivati dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia, per violazioni che riguardano norme ambientali.
Storicamente, il legislatore italiano sull’ambiente si è caratterizzato per la lungaggine nei tempi di recepimento delle norme comunitarie, e per l’assenza di sanzioni, realizzando il più scolastico esempio di legge inefficace: “tu non puoi fare questo ma se lo fai, non succede niente”.

Oggi ci si affida ai Testi Unici, cioè raccolte di norme dedicate a ogni singola macro-materia, imitando gli act dei paesi anglosassoni. Contrariamente a quanto molti commentatori affermano sulle modifiche apportate, i Principi di “precauzione”, “prevenzione”, “chi inquina paga” e “sviluppo sostenibile“ sono stati elaborati circa 30 anni fa. Furono inseriti nelle integrazioni al Trattato di Roma, con l’Atto Unico del febbraio 1986 (ratificato con legge 909/86), che introdusse un nuovo Titolo autonomo, il VII, con tre nuovi articoli che fanno riferimento ai quattro Principi, richiamati nel Codice Ambientale modificato. Le attuali modifiche riguardano nella prima parte i quattro principi richiamati e, pertanto, riguardano null’altro che il pistolotto iniziale.

Nella seconda parte si mette mano alla Valutazione Impatto Ambientale (Via), alla Valutazione Ambientale Strategica (Vas) e all’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia). L’Aia è il risultato di un percorso di analisi volto a individuare l’assetto impiantistico e produttivo, che combina controllo combinato delle emissioni aria-acqua-suolo, riferimento a standard tecnologici e gestionali di settore, valutazione delle condizioni locali.
continua

Nessun commento:

Posta un commento

Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!