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14 luglio 2010

Nel Vicentino è nato il «polo» nucleare

Ecco due articoli che ce la dicono lunga su quanto il complesso militare/nucleare abbia tentacolarizzato la società.
Che vicenza sia già un polo dell' "eccellenza" tecnologica nucleare non è affatto un caso.


VICENZA
— Un pezzo im­portante della «filiera tecnolo­gica nucleare nazionale» au­spicata nei giorni scorsi dal presidente nazionale di Con­findustria, Emma Marcega­glia, in Veneto esiste già e sta nel Vicentino. Sono almeno tre le realtà industriali di que­sta provincia che contribuisco­no alla realizzazione del pro­getto francese «Flamanville Tre» in cui Enel è partner al 12,5% con Edf (la società elet­trica nazionale transalpina) e i cui reattori faranno da model­lo agli impianti previsti per l’Italia nel prossimo decennio.

I nomi coinvolti hanno di­mestichezza con la materia, es­sendo fornitori — in alcuni ca­si da più di 30 anni - di socie­tà impegnate nella produzio­ne di energia tradizionale e nu­cleare in decine di altri Paesi. Si tratta di Acciaierie Valbruna di Vicenza, di Forgital Italy di Velo d’Astico e di Safas, con se­de nel capoluogo. Partecipano all’impresa anche Fomas Group di Osnago (Lecco), che controlla le fucine vicentine di Asfo a Chiuppano. Le aziende legate alla realiz­zazione delle centrali di Fla­manville sono anche in altre regioni del Nord e in Umbria. Però c’è una specie di polo vi­centino di eccellenza nell’in­dustria nucleare composto da realtà che, per ammissione de­gli stessi vertici, hanno «rap­porti di buon vicinato», ma nessun legame formale prece­dente all’incarico ricevuto da Enel.
Continua

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