Ecco due articoli che ce la dicono lunga su quanto il complesso militare/nucleare abbia tentacolarizzato la società.
Che vicenza sia già un polo dell' "eccellenza" tecnologica nucleare non è affatto un caso.
VICENZA — Un pezzo importante della «filiera tecnologica nucleare nazionale» auspicata nei giorni scorsi dal presidente nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia, in Veneto esiste già e sta nel Vicentino. Sono almeno tre le realtà industriali di questa provincia che contribuiscono alla realizzazione del progetto francese «Flamanville Tre» in cui Enel è partner al 12,5% con Edf (la società elettrica nazionale transalpina) e i cui reattori faranno da modello agli impianti previsti per l’Italia nel prossimo decennio.
I nomi coinvolti hanno dimestichezza con la materia, essendo fornitori — in alcuni casi da più di 30 anni - di società impegnate nella produzione di energia tradizionale e nucleare in decine di altri Paesi. Si tratta di Acciaierie Valbruna di Vicenza, di Forgital Italy di Velo d’Astico e di Safas, con sede nel capoluogo. Partecipano all’impresa anche Fomas Group di Osnago (Lecco), che controlla le fucine vicentine di Asfo a Chiuppano. Le aziende legate alla realizzazione delle centrali di Flamanville sono anche in altre regioni del Nord e in Umbria. Però c’è una specie di polo vicentino di eccellenza nell’industria nucleare composto da realtà che, per ammissione degli stessi vertici, hanno «rapporti di buon vicinato», ma nessun legame formale precedente all’incarico ricevuto da Enel.
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Che vicenza sia già un polo dell' "eccellenza" tecnologica nucleare non è affatto un caso.
VICENZA — Un pezzo importante della «filiera tecnologica nucleare nazionale» auspicata nei giorni scorsi dal presidente nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia, in Veneto esiste già e sta nel Vicentino. Sono almeno tre le realtà industriali di questa provincia che contribuiscono alla realizzazione del progetto francese «Flamanville Tre» in cui Enel è partner al 12,5% con Edf (la società elettrica nazionale transalpina) e i cui reattori faranno da modello agli impianti previsti per l’Italia nel prossimo decennio.
I nomi coinvolti hanno dimestichezza con la materia, essendo fornitori — in alcuni casi da più di 30 anni - di società impegnate nella produzione di energia tradizionale e nucleare in decine di altri Paesi. Si tratta di Acciaierie Valbruna di Vicenza, di Forgital Italy di Velo d’Astico e di Safas, con sede nel capoluogo. Partecipano all’impresa anche Fomas Group di Osnago (Lecco), che controlla le fucine vicentine di Asfo a Chiuppano. Le aziende legate alla realizzazione delle centrali di Flamanville sono anche in altre regioni del Nord e in Umbria. Però c’è una specie di polo vicentino di eccellenza nell’industria nucleare composto da realtà che, per ammissione degli stessi vertici, hanno «rapporti di buon vicinato», ma nessun legame formale precedente all’incarico ricevuto da Enel.
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Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!