«Strade, ponti, viadotti, ferrovie, gallerie, case, centri commerciali e perfino scuole, ospedali e commissariati. Tutti a rischio crollo perché tirati su con cemento di pessima qualità. Una situazione inquietante e un business molto redditizio per i clan dell’ecomafia, che in Italia controllano tutto il ciclo del cemento e per questo si aggiudicano appalti nazionali e locali per costruire opere pubbliche e private». È quanto sostiene Legambiente. «Dopo le bolle false che accompagnano i rifiuti le aziende mafiose stanno utilizzando un altro documento per mandare in porto i loro affari: le “ricette di produzione” taroccate del calcestruzzo». Questi documenti sarebbero stati utilizzati per costruire, fra gli altri, gli aeroporti di Palermo e Trapani, il porto turistico di Balestrate, il viadotto Fallaco-Corace, il cavalcavia della nuovissima ferrovia Catanzaro-Lamezia, e i lotti 9 (da Noventa a S. Margherita d’Adige) e 14 (da Badia a Canda) dell’autostrada A31 Valdastico sud.
La segnalazione di Legambiente non è una novità: la direzione distrettuale antimafia della procura di Caltanissetta aveva disposto il sequestro di quei lotti nel novembre del 2008. Una circostanza che non aveva preoccupato il presidente di Serenissima Attilio Schneck: «La nostra società non è coinvolta, e comunque nonostante il sequestro i lavori possono proseguire ugualmente», aveva spiegato all’epoca.
In effetti i lavori erano proseguiti, come pure le indagini da parte della procura siciliana, che non si sono ancora concluse. D. N.
pubblicato il martedì, 3 agosto 2010
Fonte : Il Giornale di Vicenza
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Sotto la neve pane. Sotto il cemento fame!