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02 giugno 2011

Aria, acqua, frane I rischi per la salute degli italiani

Secondo l'Annuario dei dati ambientali dell’Ispra, nel 2009 il 45 per cento delle stazioni di monitoraggio di Pm10 ha superato il valore limite giornaliero. Sono i trasporti la causa principale dello smog, che in città causa diverse malattie. E non va meglio a chi vive in campagna, visto che è in continuo aumento il pericolo di frane
Se in città l’aria è piena di smog, in campagna a preoccupare è lo stato di salute del suolo. Per accorgersene basta sfogliare la nuova edizione dell’Annuario dei dati ambientali dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Nel nostro Paese, infatti, da un lato l’inquinamento atmosferico (polveri, ozono e biossido d’azoto) causa problemi di salute in molti, dall’altro è in aumento il rischio frane.

Secondo l’Ispra, nel 2009 il 45 per cento delle stazioni di monitoraggio di Pm10 ha superato il valore limite giornaliero. Sono soprattutto le grandi città dell’area padana a registrare i livelli più alti di queste polveri. E’ ormai largamente accertato che l’inquinamento atmosferico influisce in maniera determinante sulle malattie respiratorie e cardiache acute e croniche, specie per i gruppi di popolazione più vulnerabili come i bambini e gli anziani.

Con l’arrivo del caldo poi la situazione si complica. L’inquinamento da ozono, infatti, è un problema tipicamente estivo: le concentrazioni più elevate si registrano nei mesi con le temperature più alte e nelle ore di massimo irraggiamento solare. Durate l’estate scorsa, ad esempio, il limite massimo per la protezione della salute, stabilito dalla normativa, è stato sforato nel 92 per cento delle stazioni. Anche in questo caso i superamenti di maggiore intensità sono nel nord.
A detta degli esperti, la fonte principale di avvelenamento dell’aria sono i trasporti. Un recente studio italiano, riportato da Climascienza, ha scoperto che vivere entro 100 metri da una strada particolarmente trafficata aumenta i rischi per la salute.

l'articolo continua qui. Il Fatto quotidiano

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