I Circoli Legambiente di Treviso e di Trevignano aderiscono all’appello promosso dal “Comitato Difesa Salute Territorio Valle Agno Malo” e chiedono il rispetto della sentenza del TAR del Lazio che dichiara illegittima la nomina del commissario governativo nominato alla grande opera impropriamente chiamata Superstrada Pedemontana Veneta.
Legambiente ribadisce la propria contrarietà a sistemi di appalto che negano la partecipazione democratica dei rappresentanti dei territori, per cui in nome di presunte urgenze si saltano le procedure ordinarie.
Emerge con nettezza come le procedure d’urgenza, con una progettazione fatta sulla carta senza un necessario approfondimento delle criticità presenti nel territorio e possibili conflitti con il tracciato abbiano portato a scelte operative che appaiono fuori dalla logica del comune buonsenso: un Modello di Viabilità vecchia e obsoleta, un’autostrada rigida con pochi accessi, lontana dai centri di traffico e con continue interferenze ambientali.
In che modo giustificare l’attraversamento di zone soggette a tutela paesaggistico ambientale come l’area di Villa Agostini Tiretta a Giavera, o la colpevole indifferenza alla tutela della salute? Emblematica è la scelta di posizionare all’interno di una zona comprendente una cava e due discariche esaurite (tra i Comuni di Spresiano e Villorba) il Casello/Barriera per l’Autostrada A27, con la conseguenza di dover esporre la popolazione alle polveri e quant’altro verrà liberato dalle operazioni di scavo.
Si tratta inoltre di un’opera che oltre a devastare in modo irreversibile un territorio fortemente antropizzato e con un’alta polverizzazione costruttiva, non risolve neanche il problema della viabilità locale che oggi si presenta lento e fortemente inquinante.
Il caso del Montebellunese (la cui logica si ripropone modularmente su tutto il tracciato del Vicentino e Trevigiano) è dimostrativo di un’opera fortemente invasiva e lontana dalla risoluzione dei problemi viari locali e in un territorio di pregio ambientale, ancora pressoché intatto e caratterizzato dalla presenza di grandi aziende agricole e da colture specializzate.
Tagliare e deturpare questo corridoio compreso tra i centri urbani dei Comuni di Montebelluna sud e Trevignano nord significa privare il territorio degli ultimi resti della propria coscienza storica, condannando l’area al conseguente degrado di una periferia urbana.
Perché pagare enormi sacrifici in termini di inquinamenti acustici, atmosferici, spreco di territorio (autostrada e circonvallazione corrono parallele e pochi distanti) per una servitù di passaggio che collega Lisbona a Kiev?
Invitiamo le comunità locali a mettersi al più presto in gioco in modo da far rivedere integralmente questo progetto e a chiedere invece una strada al servizio nel nostro territorio.
I Circoli di Legambiente di Treviso e Trevignano
Rif. Gianni Pellizzari
3385217180Legambiente ribadisce la propria contrarietà a sistemi di appalto che negano la partecipazione democratica dei rappresentanti dei territori, per cui in nome di presunte urgenze si saltano le procedure ordinarie.
Emerge con nettezza come le procedure d’urgenza, con una progettazione fatta sulla carta senza un necessario approfondimento delle criticità presenti nel territorio e possibili conflitti con il tracciato abbiano portato a scelte operative che appaiono fuori dalla logica del comune buonsenso: un Modello di Viabilità vecchia e obsoleta, un’autostrada rigida con pochi accessi, lontana dai centri di traffico e con continue interferenze ambientali.
In che modo giustificare l’attraversamento di zone soggette a tutela paesaggistico ambientale come l’area di Villa Agostini Tiretta a Giavera, o la colpevole indifferenza alla tutela della salute? Emblematica è la scelta di posizionare all’interno di una zona comprendente una cava e due discariche esaurite (tra i Comuni di Spresiano e Villorba) il Casello/Barriera per l’Autostrada A27, con la conseguenza di dover esporre la popolazione alle polveri e quant’altro verrà liberato dalle operazioni di scavo.
Si tratta inoltre di un’opera che oltre a devastare in modo irreversibile un territorio fortemente antropizzato e con un’alta polverizzazione costruttiva, non risolve neanche il problema della viabilità locale che oggi si presenta lento e fortemente inquinante.
Il caso del Montebellunese (la cui logica si ripropone modularmente su tutto il tracciato del Vicentino e Trevigiano) è dimostrativo di un’opera fortemente invasiva e lontana dalla risoluzione dei problemi viari locali e in un territorio di pregio ambientale, ancora pressoché intatto e caratterizzato dalla presenza di grandi aziende agricole e da colture specializzate.
Tagliare e deturpare questo corridoio compreso tra i centri urbani dei Comuni di Montebelluna sud e Trevignano nord significa privare il territorio degli ultimi resti della propria coscienza storica, condannando l’area al conseguente degrado di una periferia urbana.
Perché pagare enormi sacrifici in termini di inquinamenti acustici, atmosferici, spreco di territorio (autostrada e circonvallazione corrono parallele e pochi distanti) per una servitù di passaggio che collega Lisbona a Kiev?
Invitiamo le comunità locali a mettersi al più presto in gioco in modo da far rivedere integralmente questo progetto e a chiedere invece una strada al servizio nel nostro territorio.
I Circoli di Legambiente di Treviso e Trevignano
Rif. Gianni Pellizzari
La Tribuna di Treviso
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